Nelle ultime settimane abbiamo sempre
piu' spesso notizie che giungono da Israele e da Gaza, soprattutto
la stampa non perde occasione per mettere in rilievo il comportamento
del "feroce Israele" verso il popolo palestinese. E' guerra tra la
Palestina, tra i palestinesi ed Israele?
No, ed è grave che nessuna voce (o ben
poche) si levi per dire che non è così, Israele non è in guerra con
il popolo palestinese, infatti consideriamo che
1) In Israele vivono 1,4 milioni di
palestinesi (20% della popolazione israeliana) che non sono in guerra
con Israele
2) In Cisgiordania vivono 2,4 milioni
di palestinesi, che non sono in guerra con Israele
3) In Giordania vivono 2,5 milioni di
palestinesi che non sono in guerra con Israele.
4) In Siria e Libano vivono almeno
altri 500 mila palestinesi, che non sono in guerra con Israele. Resta
una minoranza di 1,4 milioni di palestinesi che vivono a Gaza (il 17%
dei palestinesi dell'area. Senza contare quelli in giro per il
mondo). Loro sì (per meglio dire, alcuni di loro), sono in guerra
con "gli israeliani" (siano essi civili o militari, ebrei o
musulmani.).
Lo scontro dunque, è tra una minoranza
dei palestinesi residenti a Gaza e gli israeliani. O, meglio ancora,
tra una minoranza di estremisti palestinesi che da quando Israele si
è ritirato da Gaza lancia quotidianamente razzi su Israele, e un
Paese che si è stufato di riceverli. La controprova? Israele non ha
problemi con gli altri 6,8 milioni di palestinesi (quelli che non gli
lanciano quotidianamente missili sulla testa dal 2006).
Ieri la stampa è stata occupata a
tarsmettere notizie relative all'attacco nel quartiere di Shuja'iya
e ho sentito telecronisti paragonare il fatto al massacro di Sabra e
Chatila (!! tra l'altro imputabile ai falangisti libanesi! Ma
tant'è..)
Oggi la BBC fa un mea culpa e ammette
che nel trasmettere le informazioni sull'azione militare nel
quartiere di Shuja’iya, il reporter ha omesso di
contestualizzare l'intero scenario
1) che quella zona era quella
avvisata dall' IDF dove si chiedeva che venisse interamente
evacuata
2) che tutti i morti elencati dal servizio sono definiti
come CIVILI ma che non sono tutti civili (anzi la maggior parte sono
combattenti)
3) che il Wafa hospital in Shuja’iya è stato
oggetto di scontri con l' IDF proprio perchè da li provenivano gli
attacchi
Domenica 20 luglio il Primo Ministro Netanyahu ha tenuto un discorso di cui lascio
link, il discorso è in ebraico ma è sottotitolato in inglese.
Il sunto è questo:
“L'intera
nazione è con le famiglie dei caduti. Dobbiamo chinare il capo di
fronte a chi è caduto in modo che potessimo continuare a
vivere qui.
Vorrei dirvi che è una guerra giusta quella in cui
uno tra noi cade come eroe. Completiamo la missione che
abbiamo iniziato portiamo la pace e la sicurezza al sud, il
centro e tutte le parti del paese.
Proviamo
profondo dolore e inviamo le nostre condoglianze alle famiglie dei
soldati caduti.
Israele
non ha scelto questa guerra, ci è stata imposta. Ma ora che ci
siamo, continueremo fino a quando necessario. Stiamo combattendo per
le nostre case. Hamas ha investito nei razzi e nei tunnel anni di
lavoro ed enormi capitali, con l’obiettivo di compiere mega
attentati terroristici e rapimenti. Se non avessimo scoperto quei
tunnel, i risultati sarebbero stati dei catastrofici attacchi a
comunità, asili, mense. Questi erano i piani di Hamas. Hamas è
rimasta sorpresa dalla forza di Israele e dal successo dei nostri
sistemi difensivi. Pensavano di ridurre Tel Aviv in rovine, ma Tel
Aviv non è in rovina. I capi di Hamas non vanno nei rifugi: loro ci
vivono nei rifugi, facendosi beffe degli abitanti palestinesi che
restano allo scoperto. L’operazione in corso a Gaza è parte della
storica battaglia di Israele contro il terrorismo. È un’operazione
in più fasi e col tempo il problema sarà risolto, militarmente o
diplomaticamente o mediante una combinazione di entrambi.
È
impossibile sostenere che Israele ha scelto questa escalation.
Pertanto è Hamas che porta le conseguenze della sua aggressione.
Stiamo
facendo di tutto per non colpire gli abitanti di Gaza, mentre Hamas
fa di tutto perché che gli abitanti di Gaza vengano colpiti.
Dunque è Hamas e solo Hamas che porta la responsabilità per i danni
agli abitanti di Gaza”. Rispondendo alle domande, Netanyahu ha
ricordato che nel 2005, al momento del disimpegno di Israele da Gaza,
aveva detto: “Se lasciamo Gaza, avremo i missili su Ashdod. Se lo
lasciamo, quel territorio diventerà un Hamastan sostenuto dall’Iran,
ed è quello che è successo. Ora stiamo cercando, per come
possibile, di ribaltare questa realtà. La verità è che sgomberare
un territorio, in Medio Oriente, significa ritrovarsi con forze
islamiste di un tipo o l’altro”.
"Sapevamo", ha detto oggi incontrando il capo di stato maggiore, "che
sarebbe potuta essere un'operazione a lungo termine ma "il
popolo eterno" (gli ebrei) non si fa spaventare da un lungo
viaggio".
Netanyahu ha anche replicato duramente alle critiche
dell'omologo turco Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale gli
israeliani "hanno soprassato Hitler in barbarie": "Erdogan
parla come l'Iran ed al Qaeda", le due entita' che da fronti
diversi dell'Islam, secondo Israele puntano alla distruzione dello
Stato ebraico. Da ultimo Netanyahu ha anche ringraziato Barack Obama
per il sostegno degli Stati Uniti.
Intanto i missili su Israele hanno superato quota 18.000!!
Hamas si rende conto che Israele le è militarmente superiore, sa benissmo che provocare (e questo dal 2006!) con missili lo stato israeliano non puo' non avere delle conseguenze, ma continua imperterrito.. Questo in totale spregio della propria gente. Viola le tregue umanitarie che essa stessa chiede, utilizza i civili palestinesi come scudi umani.
Forse è pu' corretto dire che è Hamas in guerra con i palestinesi..
E mentre Hamas spara razzi, viola tregue, mette a rischio i propri bambini, ecco cosa accade in Israele ( e riporto da www.israele.net)
"Quando
hanno suonato le sirene allo Sheba Medical Center di Tel Hashomer, una
équipe di chirurghi israeliani ha continuato a operare un bambino
palestinese, accanto a un bambino israeliano, benché il reparto di
terapia intensiva non sia adeguatamente protetto dalla minaccia dei
razzi. Il piccolo palestinese, affetto da malformazioni
congenite multiple, era arrivato all’ospedale collegato a un
respiratore. “Aveva bisogno di una tracheotomia d’urgenza, quando è
suonato l’allarme – spiega Marina Rubenstein, medico presso l’unità di
terapia intensiva pediatrica dello Sheba Medical Center – I nostri
medici non si sono nemmeno mossi dal lettino. La nostra responsabilità è
verso i bambini, indipendentemente dalla loro origine o religione. I
bambini non sono responsabili della situazione, ma forse questi bambini
un giorno ricorderanno il trattamento che hanno ricevuto qui e
diventeranno ambasciatori di pace”.
Israele.net, 20/07/2014