domenica 29 novembre 2015

Israele è la causa di tutta la violenza in MO (Palestina Rossa). Ma è davvero così?

Giorni fa mi imbatto sulla pagina facebook di “Palestina rossa

La pagina si presenta con una foto raffigurante la bandiera palestinese e la scritta “Viva Palestina viva l’intifada”
E già qui mi chiedo come si possa permettere che qualcuno inciti alla rivolta, alla violenza, all’uccisione di persone..così impunemente.
Scorro la pagina e trovo un link secondo cui “Israele ha rapito 1000 bambini in meno di due mesi “  (fonte www.invictapalestina.wordpress.com).
Commento , in maniera civile e assolutamente non polemica né tantomeno offensiva, chiedendo cosa si pensi dei bambini palestinesi con indosso uniforme, armi in mano, che inneggiano a guerra, e sono arruolati come soldati.. I bambini palestinesi vedono violata la loro infanzia per colpa di Hamas che ne fa dei miliziani sin da neonati...e li fa letteralmente esplodere trasformandoli in kamikaze da adolescenti. ma su questo non vedo mai nessuna accusa. Se i bambini e la loro tutela interessano, dovrebbero interessare anche in questi casi .

Quelli di Palestina Rossa (che naturalmente non si presentano,  restano avvolti dal misterioso nome “palestina rossa”)   mi rispondono. 
Questa la testuale risposta “i bambini in Palestina sono costretti a lottare a causa dell'occupazione, che è la causa di tutta la violenza in Medio Oriente. Decaduto il sionismo ed il suo progetto coloniale e razzista anche i bambini palestinesi potranno tornare a vivere serenamente la loro infanzia. Maledetti sionisti criminali e maledetta ignoranza!”

Rilevo, tra me e me, che l’uso di terminologia offensiva in una conversazione dai toni pacati denota aggressività immotivata, forse per mancanza di ragioni da portare a sostegno, ma su questo non dico nulla, non cerco animosità.  
Replico che “i bambini non devono essere messi a combattere, mi pare ci siano adulti in grado di farlo. Un padre di famiglia non dovrebbe affatto prendere un bimbo e mettergli un fucile in mano, questo è violazione di diritti dell'infanzia. Hamas li arma, Hamas è criminale verso i bambini palestinesi. Non posso credere che voi /tu sia favorevole al farsi esplodere, al creare martiri...questo è integralismo portato all'eccesso. A danno dei bambini, dei LORO stessi bambini. Spero vivamente che il popolo palestinese (compreso quello in Siria e in Giordania...perchè in verità la Palestina non è solo Gaza) possa presto liberarsi dei suoi capi dittatoriali e terroristi, che però voi state aiutando in questo modo”
E posto uno dei tanti articoli  sul tema in cui si parla del grave problema  bambini in armi, tratto da Il messaggero  http://www.ilmessaggero.it/.../gaza.../notizie/1616485.shtml

La risposta è che “ Il messaggero non è una fonte attendibile..”  
(Mi chiedo se lo sia di piu’ un sito che si chiama invctapalestina!)  e invece di replicare al fatto in se, il mio interlocutore si trincera dietro un “  ..INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!”
Rispondo che “ Francamente trovo criminale invitare alla lotta armata terroristica invece che invitare a calmare la situazione e trovare una soluzione pacifica e diplomatica.” 
Loro/sua risposta  “ ecco, per noi è la tua retorica criminale... pacifinta!”                    
In poche righe il motivo della mancanza di soluzione, finora, alla questione israelo – palestinese : due persone, terze rispetto alle parti in causa e che quindi dovrebbero essere moderate, che affrontano la questione. 
Io, certamente pro Israele, che propongo un’analisi delle sofferenze dei bambini palestinesi costretti a una vita da soldati a causa di capi dittatoriali e terroristi, e che invito alla calma e a trovare invece una soluzione diplomatica  e l’altra parte, chiaramente pro palestinese, che nemmeno ci prova a trovare una soluzione, no..solo rivolta..sino alla “vittoria” , vittoria che arriverà solo nel giorno della distruzione dello Stato d Israele.

Io, che non sono israeliana, e questo signore nascosto dallo pseudonimo di Palestina rossa, che non è palestinese, dovremmo essere terzi rispetto alla questione e trovare modo di analizzarla in maniera assolutamente civile E invece  no..dialogo impossibile…
Qui l’essenza del problema Israelo –palestinese… una parte propone un tavolo di trattativa, l’altra parte lo rifiuta assolutamente, non proponendo nulla di costruttivo, ma solo distruzione dello stato di Israele
Questo piccolissimo Stato, a detta di costoro, avrebbe sconvolto del tutto il Medioriente, e  “sarebbe la causa di tutta la violenza in Medioriente” (parole loro)

Ma è così?  Davvero un piccolo Stato come Israele ha il peso di stravolgere il MO? E  se Israele non fosse mai esistito, davvero in MO non avremmo avuto violenza?
Io ritengo che affermazioni del genere denotino una superficialità storica e politica nonché una mancanza di conoscenza dell’Islam, davvero notevoli
Sono certa che anche senza Israele, il vicino oriente avrebbe avuto le stesse vicissitudini
Il mondo arabo è sempre stato dilaniato da guerre intestine dovute alla millenaria  opposizione tra sciiti e sunniti quali correnti principali.
Partiamo da Maometto stesso, che a Medina crea  una comunità islamica con una Costituzione basata sul credo islamico.  Qui, per inciso Maometto arriverà a perseguitare e a cacciare dalla città gli Ebrei medinesi per accaparrarsi i loro beni, tutto questo solo quando le speranze di far convertire al suo  credo gli Ebrei si rivelò vana (tra l’altro l’ultima comunità ebraica chiesa pietà, e Maometto sgozzò tutti i maschi, prese come schiave tutti le donne e bambini).
Il profeta farà costruire a Medina una Moschea che diventerà anche la sua dimora.                    Maometto passerà da un atteggiamento difensivo a un atteggiamento offensivo contro la tribu' dominante  a La Mecca, i Quraysh. Le ostilità vengono aperte dai musulmani usando la tattica della razzia, quella usuale tra i beduini: indebolire il nemico economicamente e impadronirsi dei territori, oltre assaltare i carichi verso la Siria. 
I nemici vennero sgozzati e i loro idoli, statue, ecc.. distrutti (vi ricorda niente??)
 Nel corso del tempo l’Islam si è notevolmente frammentato ma era stato Maometto stesso a predire che la umma, dopo la sua morte, si sarebbe suddivisa in decine di tribù distinte e, così, è puntualmente andata.
In particola forte è la distinzione tra i sciiti e i sunniti
I sunniti costituiscono tra l'87 e il 90 per cento della popolazione complessiva di musulmani nel mondo. Gli sciiti costituiscono il restante della popolazione musulmana: tra il 10 e il 13 per cento.
- Il termine sunnita deriva dall'arabo Ahl al-Sunnah che significa “il popolo delle tradizioni” (cioè di Maometto). I sunniti ritengono di essere la scuola di pensiero più ortodossa e tradizionalista dell'Islam.
- Il termine sciita deriva dall'arabo Shi'atu Ali, ovvero “sostenitori [politici] di Ali”, genero di Maometto
I membri delle due scuole di pensiero hanno coesistito per centinaia di anni condividendo i princìpi fondamentali dell'Islam, spesso chiamati “i cinque pilastri”:
- Shahadatein: l'accettazione di un unico Dio e di Maometto come suo ultimo profeta;
- Salah: le cinque preghiere quotidiane obbligatorie;
- Zakah: la donazione del 2.5 per cento dello stipendio annuale ai poveri;
- Siam: il digiuno nel mese di ramadan;
- Hajj: il pellegrinaggio a La Mecca da fare almeno una volta nella vita (obbligatorio per tutti quelli che sono in grado di affrontarlo).
Questi princìpi sono pressoché identici, le differenze tra sciiti e sunniti riguardano i rituali, la legge, la teologia e il modo di organizzare la società

Ma esiste anche il JIHAD. Che non è uno dei 5 pilastri dell’islam, ma un dovere, prescritto da Dio attraverso il suo profeta Maometto. Nel Corano e in altri testi il termine jihad è spesso seguito dall'espressione fi sabil Allah "nel sentiero di Dio, e il jihad è uno dei cancelli del Paradiso. Jihad significa letteralmente "lotta", "sforzo" compiuto "sulla via di Dio" . È un concetto che è maturato, grazie all'elaborazione dei giuristi, nei primi due secoli dell'islam (ovvero dal VII al IX secolo d.C.). 


La tradizione classica prevede quattro tipi di jihad: con l'"animo", con la "parola", con la "mano" e, infine, con la "spada".
I primi tre, rivolti in modo precipuo ai singoli fedeli (con l'"animo") e all'intera comunità islamica (con la "parola", con la "mano"), sono considerati il "grande jihad", e mira alla pacificazione delle proprie passioni personali e al mantenimento del benessere della collettività. Quello con la "spada" è invece considerato il "piccolo jihad" ed è indirizzato all'esterno della comunità, sia per difenderla da un'aggressione armata, sia per far trionfare la parola di Dio sui territori non islamici.
Il jihad è obbligo individuale di tutti i credenti capaci di portare armi (anche donne e anziani e bambini, ciascuno secondo le proprie possibilità), ma solo in caso di aggressione (si tratta dunque di una guerra difensiva, come oggi in Iraq, Afghanistan, Cecenia e altri territori islamici considerati aggrediti). Ma il jihad può avere anche una valenza offensiva: in questo caso è un obbligo che ricade sull'intera comunità ed è sufficiente che solo un certo numero di musulmani lo esegua personalmente.  

 Subito dopo la morte del profeta Maometto nel 632, i musulmani si divisero in due rami con uno scisma drammatico :  il primo, i futuri sunniti, sosteneva che il nuovo leader della comunità musulmana, ovvero il legittimo califfo, fosse Abu Bakr, parente di Maometto e importante studioso islamico.
Il secondo ramo, i futuri sciiti, sosteneva che diventare califfo fosse invece un diritto riservato ai discendenti di Maometto e che quindi spettasse a Ali ibn Abi Talib, il genero del profeta, dal momento che Maometto non aveva figli maschi.
Molte scuole di pensiero sunnite ritengono che gli sciiti siano i peggiori nemici dell'Islam. A differenza degli ebrei e dei cristiani che sono considerati più semplicemente miscredenti e trattati come dhimmi, gli sciiti sono spesso visti come eretici e vengono accusati di venerare il loro Imam Ali e i suoi discendenti.

Califfato e Iman
Vediamo in breve cosa significano questi due termini
Nell'Islam sunnita il califfo è il leader dell'intera ummah, comunità musulmana, ed è una figura politica, mentre l'imam è semplicemente una figura religiosa che guida la preghiera in moschea.

Nell'Islam sciita invece la parola imam è anche sostituita a califfo, e i dodici imam riconosciuti ufficialmente dagli sciiti, tutti appartenenti alla famiglia del profeta Maometto, sono da loro considerati come i leader spirituali, religiosi e politici della ummah.  Gli sciiti a loro volte presentano ulteriori divisioni  tra la quali la principale è tra sciiti duodecimani (riconoscono 12 iman) e sciiti settimani (solo sette iman).

Nei Paesi a maggioranza sunnita gli sciiti appartengono spesso alle classi sociali più basse e vengono frequentemente perseguitati . Ciò ha aumentato il loro senso di oppressione, che ha radici profonde nella storia.
Undici dei dodici imam riconosciuti ufficialmente dagli sciiti sono infatti stati assassinati per mano dei regimi sunniti al potere (il dodicesimo sarebbe sparito e se ne attende il ritorno.. chiara la commistione cristologica). Pertanto, spesso gli sciiti si sono fatti notare sempre meno all'interno della società, vivendo talvolta anche nell'anonimato, finchè nel 1979  avviene qualcosa che ha del fenomenale: la rivoluzione iraniana che porta proprio gli sciiti al potere (e l’Iran sciita darà sempre piu’ fastidio ai sunniti).
Da lì, la loro voglia di mettere fine alle persecuzioni e di affermarsi politicamente anche negli altri Paesi islamici li ha spinti a riorganizzarsi socialmente formando partiti e gruppi militanti.

Vediamo alcuni paesi islamici:

Il governo dell'Arabia Saudita è composto principalmente da sunniti e la stessa monarchia al potere appartiene al ramo sunnita. L'Arabia Saudita è in costante competizione con l'Iran sciita, che teme potrebbe creare disordini all'interno delle comunità sciite che vivono nei Paesi del Golfo: sia l'Iran che l'Arabia Saudita aspirano infatti a diventare la principale potenza nella regione.

La maggioranza della popolazione del Bahrein è sciita. Tuttavia al potere vi è una monarchia sunnita. Ispirati dalla primavera arabanel 2011 gli sciiti hanno cominciato a manifestare per i loro diritti. Il governo del Bahrein e i suoi alleati, tra cui l'Arabia Saudita, hanno represso con violenza le proteste, uccidendo centinaia di civili.

Per molto tempo, la maggioranza sciita dell'Iraq è stata oppressa dal regime sunnita, dove si trovano la maggior parte dei luoghi sacri per i musulmani sciiti. Dopo la caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003, sono saliti al potere gli sciiti e hanno cominciato a prendere di mira la comunità sunnita, torturata e perseguitata con squadroni della morte. In risposta alla crescente violenza nei loro confronti, i sunniti hanno organizzato diversi attacchi suicidi e attentati. La guerra civile non ha fatto che esasperare gli atteggiamenti nazionalistici degli sciiti al potere e ha in gran parte contribuito al rafforzamento del gruppo militante sunnita dell'Isis.

 Dopo la rivoluzione iraniana del 1979 che ha portato gli sciiti al potere, l'Iran ha cominciato a finanziare e incoraggiare le rivolte sciite nella regione orientale dell'Arabia Saudita, ricca di riserve di petrolio. Il governo iraniano sostiene anche il governo alauita (un ramo sciita) di Assad in Siria, che fa da ponte con il Libano, permettendo di continuare a finanziare le attività del gruppo militante sciita degli Hezbollah.

Il Libano è sempre stato abbastanza stabile, vista l'assenza di una netta maggioranza sciita o sunnita all'interno del Paese. Il potere è distribuito ugualmente: il presidente del governo libanese deve essere un cristiano, il primo ministro un sunnita e il portavoce del parlamento uno sciita. I conflitti si concentrano principalmente nel nord del Paese, ai confini con la Siria, dove il gruppo militante sciita degli Hezbollah sostiene il governo di Assad.

In Pakistan, solo il 10-15 per cento della popolazione musulmana  è sciita e non ha alcuna influenza a livello politico. Per questo motivo gli sciiti del Paese sono spesso vittime di discriminazioni e attentati principalmente condotti dai due gruppi militanti sunniti alleati fra loro: Lashkar-e-Jhangvi e i Tehreek-e-Taliban Pakistan.

In Siria, il presidente al potere Bashar al-Assad appartiene alla minoranza degli alauiti (un ramo sciita). Le proteste contro il suo governo sono cominciate nel marzo del 2011 e sono state represse con la violenza. La guerra civile, tutt'oggi in corso, ha in parte contribuito a esasperare i sentimenti di odio e rancore tra sciiti e sunniti all'interno del Paese.  Qui abbiamo uan vera e propria guerra civile, con la popolazione piu’ benestante asseragliata con Assad, e la popolazione piu’ povera che è insorta.  L’Occidente ha a lungo guardato, permettendo in questo modo allo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, noto anche con la sigla “ISIS” capeggiato da  Abu Bakr al Bagdhadi  (vi dice niente…Abu Bakr…suocero/zio di Maometto?) di fare ingresso nel paese con i suoi militanti sunniti e proclamare nel 2014 Il Califfato con capitale Raqqa, da cui poi si è espanso fino a Mosul ed oltre.  ( Mi lasciano perplessa  quelli che si ostinano a sostenere che però Isis non è l’Islam quando l’acronimo è appunto “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”).

I ribelli houthi, presenti principalmente nel nord dello Yemen, sono sciiti e rappresentano circa un terzo della popolazione totale del Paese. Gli Houthi riescono a far diettere il presidente Hadi, riconosciuto dalla comunità internazionale, e hanno così preso il controllo, nonostante la maggioranza di tribù sunnite nel sud del Paese non li riconosca. Una coalizione di Paesi arabi sotto la guida dell'Arabia Saudita sostiene l'ex presidente Hadi contro i ribelli houthi, che sono pro-Iran. Vaste parti del territorio dello Yemen sono inoltre sotto il controllo del gruppo militante sunnita Al Qaeda nella penisola araba, che si contrappone sia agli houthi che al governo di Hadi.

In tutto questo panorama, dove vedete Israele? 
Israele come Stato neppure c’era ancora quando già sunniti e sciiti si scontravano a suon di sgozzamenti e violenze varie. Israele è sulla scena da 60 anni.. le guerre nel mondo arabo vanno avanti da 1400 anni!
In particolare merita attenzione tal Adb Al Wahhab che nel 1700 in risposta alla crisi che aveva colpito l’impero ottomano. Costui, dapprima sciita, elaborò una tesi assolutamente antisciita molto presto. Nacque con lui infatti il wahhbismo (il gruppo si definisce però “salafita”, cioè “i saggi”).
Tale corrente  propugna un ritorno  all’Islam delle origini, quello di Maometto e la società costituitasi a Medina, quello che considera il “vero Islam”

I punti principali della corrente salafita sono:
1.       Rispetto assoluto delle prescrizioni della sharia nella codificazione piu’ rigida
2.       Monoteismo assoluto che significa intolleranza per tutto ciò che sia idolo e pertanto odio verso il mondo sciita che venera i dodici iman.
3.       Ossessione per l’apostasia da cui deriva un rapporto di conflittualità con le altre due religioni permesse, cristianesimo ed ebraismo (ebrei che è bene ricordare dal Corano gli ebrei siano definiti “scimmie e maiali”). Questi sono comunque dhimmi, cioè soggiogati all’islam, giammai pari
4.       Dovere di ribellione al governo idolatrico anche se musulmano (vedi pertanto assassinio di Sadat, stragi di sciiti in Pakistan, Bangladesh e Iraq, le fatwà di Al Qaeda..ma anche la distruzione delle Torri gemelle o del Bataclan… simboli di apostasia)
E nel 1700 questo grande scisma porta all’obbiettivo di credere e volere uno stato arabo forte e sunnita, salafita (quello che propugna del resto oggi il Califfato). Attenzione, il concetto di “stato nazionale” e di “confine” è estranea alla concezione islamica della umma. E questo concetto è importante da tenere a mente.
Tutto il mondo islamico fu tragicamente segnato dall’emergere del whhabbismo, dilagarono violenze e uccisioni a danno dei musulmani “infedeli”. 
E Israele c’era? No..non esisteva nemmeno il sionismo a livello di pensiero ideologico

Gli attuali paesi arabi nascono come Stati a seguito del crollo dell’impero ottomano, sulla base del desiderio statunitense di legittimare le aspirazioni all’autodeterminazione dei popoli (Usa che, invece, nel secondo dopoguerra saranno piuttosto ostili verso la nascita dello Stato di Israele, contrariamente a quanto spesso si crede).

E anche la questione tra palestinesi arabi e palestinesi ebrei ha connotati poco noti, tipo il palese schierarsi del Muftì di Gerusalemme con le forze dell’Asse (Hitler e Mussolini)  ritenendo che il modello antidemocratico da questi proposto fosse da imitare ed estendere (piu’ tardi Nasser, presidente dell’Egitto si rivolgerà ad una altra potenza antidemocratica, eleggendola a modello e interlocutore privilegiato, l’URSS di Stalin).
Nello stesso momento, negli anni della seconda guerra mondiale, gli ebrei di Palestina invece si schieravano con le truppe inglesi a difesa della democrazia nel mondo.

Il mondo musulmano palestinese è diviso in due correnti: una costituzionalista portata avanti dalla dinastia dei Nasashibi (che propendeva per la possibilità di un accordo territoriale) e una jiadhista (del Muftì che propende per il rifiuto di ogni accordo su territorio)
Si badi che la questione territoriale, nel mondo islamico, è assolutamente di secondo piano rispetto a quella religiosa e ideologica.
I non islamici sono colpevoli, in questa visione, di apostasia e di offesa al Corano, e vanno abbattuti, basti vedere che il Muftì nel 1936 rifiutava una divisione territoriale della Palestina tra due stati (ebraico e islamico), ma rifiutava anche, nel 1939, una seconda proposta di stato arabo palestinese su tutto il mandato britannico (come formulata nel Libro Bianco). Il problema non è mai stato il territorio, ma la religione, l’offesa all’islam (o presunta tale).

Del resto anche nel secondo dopoguerra il mondo palestinese ha sin da subito respinto la risoluzione Onu del ‘47  che prevedeva  due stati, attenzione: non ha solo rifiutato lo Stato ebraico,  ha rifiutato in toto la creazione di uno stato palestinese. Ed ancora con Arafat e poi con Abu Mazen ha sempre rifiutato ogni proposta di creazione di uno Stato, né le concessioni di territori da parte israeliana hanno smesso le violenze di Hamas (decisamente sunniti e jihadisti). 
Perché? 
Perché la questione non è né economica né di territorio, non principalmente almeno.

Le due correnti, costituzionalista e jihadista, si sono fronteggiate a lungo nel mondo palestinese musulmano, fino a che la corrente jihadista, con il Gran Mufti di Gerusalemme in testa, passò a “risolvere” il problema, con l’unico mezzo che conosceva: l’assassinio.
Infatti nel  1941 viene assassinato il leader costituzionalista della famiglia dei Nashashibi, nel 51 viene assassinato re Abdullah di Transgiordania sulla spianata delle Moschee a Gerusalemme, e nel 1958 vengono uccisi Re Feisal II e Nuri Al Said (tutti della corrente costituzionalista).
In questo modo  si apre la strada  alla non-soluzione nella questione mediorientale e  tra Israele e Palestinesi
Anzi il segretario della Lega Araba (Lega che non volle neppure riconoscere la legittimità stessa dell’Onu) disse di volere una “guerra di sterminio e di massacro della quale si parlerà come dei massacri dei mongoli e delle crociate
Da parte sionista prima e israeliana poi io non ho mai sentito delle frasi del genere.
La vittoria della parte jihadista ha portato conseguenze nefaste per la Palestina: il rifiuto da parte musulmana dello Stato di Israele, che come è detto non è una questione di territorio, ma religiosa, ha comportato il protrarsi di un conflitto che poteva nascere e chiudersi nel giro di poco tempo, oltre 60 anni fa.
Per la corrente jihadista quella terra (come del resto ogni terra in cui l’Islam sia stato, dall’Arabia ai paesi europei..)  è “dar al Islam”, terra su cui vige l’Islam,  pertanto non trattabile, non divisibile in nessun modo. Per questo oggi gli statuti di Hamas e di altri gruppi islamici terroristi indicano come loro finalità  “la distruzione dell’entità sionista” e non già e giammai l’accordo. 
Quelli di Palestina Rossa di cui all’inizio del racconto, senza rendersene probabilmente conto, si allineano alle posizioni jihadiste: di fronte al mio “cercare soluzioni politiche”  rispondono “intifada fino alla vittoria”!



Quindi, sicuri che il problema del Medio Oriente sia Israele?
Se questo Stato non fosse mai nato, i problemi tra sciiti e sunniti sarebbero stati gli stessi e ci sarebbero stati ugualmente,  avremmo il Califfato di Isis ugualmente, avremmo il pericolo Iraniano (e avremmo avuto la grande ascesa dell’Iran sciita ugualmente, fatto questo certamente piu’ destabilizzante della nascita di Israele per il MO) e la Palestina avrebbe vissuto e vivrebbe problematiche del tutto simili agli stati arabi limitrofi, dove le guerre e gli atti di violenza sono all’ordine del giorno e indipendenti dalla presenza o meno di Israele.

Della realtà l’Occidente non si rende conto e, ancora oggi di fronte al Califfato e ai suoi proclami chiari e precisi di intenti, chiude gli occhi, cercando giustificazioni impossibili.  Resta che già solo da un breve brevissimo excursus storico (certamente non esaustivo)  appare subito chiaro che l’esistenza di Israele non è certamente la fonte unica delle violenze in MO, anzi direi che l’esistenza o meno di Israele come Stato non ha modificato sostanzialmente cio’ che comunque il MO era ed è, una polveriera teatro di guerra tra islamici.



venerdì 27 novembre 2015

Intifada dei coltelli


Mentre l'Europa scopriva il "terrorismo" la sera del 13 novembre scorso, in un attacco certamente terribile, Israele stava e sta vivendo la terza intifada ( la prima è del 1987, la seconda, detta intifada di AlAqsa, del 2000), comunemente detta "dei coltelli".

L'intifada non è una cosuccia da niente, non è un gioco tra bambini, l'intifada è morte, è voler uccidere, è guerra. 
Una guerra subdola perchè portata avanti nel cuore del nemico, tra la gente comune che ogni giorno va scuola, al mercato, a pregare.. Una guerra vigliacca, di chi non ha il coraggio di affrontare il discorso in maniera democratica e cercare realisticamente un accordo. Una guerra di odio portata avanti non per trovare una soluzione ma per distruggere fisicamente il nemico. Una guerra che sta facendo molte vittime: al 26 novembre 326 attacchi, 22 israeliani morti, 386 feriti ( avverto che il primo che mi dice "tanti attacchi ma tutto sommato pochi morti" verrà bannato all'istante, primo perchè anche un morto è uno di troppo, secondo perchè se i morti, fortunatamente non sono centinaia, dipende dall'attenzione e dalle forze che Israele sta dispiegando a protezione della sua popolazione )
E il mondo tace. Nessuna voce si leva a condannare questa guerra.
Perchè diciamo no al terrorismo se colpisce la Francia e stiamo zitti quando colpisce Israele?

Immaginiamo che l'intifada sia in Italia: portate a scuola vostro figlio che poi prenderà il bus per tonare a casa. Alle 4 voi aspettate il bus.. ma lui non c'è... il bus non arriva..tarda... e quando arriva vostro figlio non c'è... siete angosciate chiedete.. piangete... e arriva una chiamata dalla polizia.. vostro figlio è stato accoltellato all'uscita da scuola da un ragazzino..
I militanti accoltellatori, che, come spiega bene il giornalista del pezzo qui sopra Michael Sfaradi, non usano solo coltelli, ma anche investimenti con auto, armi da fuoco, baionette, camion..ecc., sono a tal punto di cieca obbedienza alla loro folle e criminale missione che solo pochi giorni fa due adolescenti palestinesi si sono scagliate con delle forbici addosso ad un anziano per ucciderlo..senza neppure rendersi conto che il signore era pure lui palestinese!
Non pensate che "sono solo forbici, sono solo coltelli, sono solo sassi"... cosa fareste voi se andando per strada dei ragazzini vi prendessero a forbiciate? o se mentre siete sulla vostra bella e amata auto qualcuno vi lanciasse sassi contro?
Eppure il mondo è silente, nessuna condanna di queste vigliaccate criminali.

Non ditemi per cortesia "e si però Israele ha fatto questo e quest'altro.." per favore non siate tanto cretini! Anche se Israele come Stato e Nazione avesse delle pecche di tipo governativo (e scelte sbagliate e tragiche ne fanno tutti i governi di tutti gli stati del mondo) , cio' NON AUTORIZZA nessuno a colpirne a morte i cittadini !!
Se l'Italia votasse una misura che il resto del mondo non condivide, cio' significa che ogni italiano potrebbe essere ammazzato?


Per inciso oggi su Libero, trovate l'articolo soprariportato di Michael Sfaradi, e nella stessa pagina anche un intervista a Liat Collins, giornalista del Jerusalem Post, interessante la risposta alla domanda 
"cosa puo' imparare l'Europa dal modello Israele?"
Risposta " la prima cosa è ammettere che c'è un problema e individuarlo. Naturalmente vanno tutelati i diritti civili, ma l'Europa deve rendersi conto che anche questa è una forma di guerra"
Ho sentito molto parlare di terrorismo in queste due settimane, ma a mio avviso in questo modo l'Europa sottovaluta il problema, relegando la questione all'atto sconsiderato di qualche pazzerello criminale.
Sottovalutare il problema è il modo migliore per non risolverlo. Per cui impariamo da Israele.


venerdì 13 novembre 2015

No Europa, io non ci sto!





L'Unione Europea ha deciso che i prodotti israeliani provenienti dai terrori -considerati- occupati (!!) saranno marchiati, cioè l'etichetta non indicherà piu' come provenienza "Israele" ma "Cisgiordania" o altro.

Parrebbe però, che questa etichettatura varrà solo per prodotti alimentari e di cosmetica. Non invece  i pc i notebook ecc..che pure contengono parti prodotte in quelle stesse zone
Mi sembra un ragionamento del tipo..." i pc ci servono, se li boicottiamo cosa usiamo?"

Ops.. ho usato il termine boicottare,  chiedo scusa all'UE che certamente non è animata da spirito di boicotaggio, giusto? ma  ha voluto questa marchiatura per ragioni ..umanitarie..?  forse è per questo...
Infatti ogni prodotto che entra nell'UE da regioni del mondo dove le aziende producono con lo sfruttamento del lavoro minorile, o di uomini e donne, sono marchiati. Cosi se io compro una scarpa prodotta in un paese del sud est asiatico sono certa che chi l'ha prodotta non è un bambino, non è un lavoratore costretto a 18 ore di lavoro e due dollari di paga al giorno...giusto?
Ah, come dite? la Ue non marchia questi prodotti? 
strano...come mai allora marchiare quelli provenienti da certe zone di Israele? dove ci sono fabbriche con lavoratori anche palestinesi, con contratti di lavoro da stato democratico (salari adeguati, diritti come ogni cittadino israeliano ed europeo)

Qualcuno obietterà che no..la UE vuole questa marchiatura perchè si tratta di  beni prodotti in territori occupati, cioè quelli della regione Giudea Samaria-West Bank-Cisgiordania.
E qui avrei due appunti da fare.

1. quindi la Ue marchia i prodotti che arrivano dai tanti altri territori occupati nel mondo. Si' perchè nel mondo abbiamo moltissimi territori occupati
Ecco la lista dei territori veramente occupati o disputati al mondo
In Africa
*Abiyei: Sudan e sud Sudan se ne disputano il territorio, controllato dal 2011 dal Sudan, che lo ha occupato; ----*Badme, disputato da Eritrea e Etiopia;----*Bakassi, disputato tra Cameron e Nigeria; ----*Banc du Geyser, Francia-Madagascar Comore;----*Bassas da India, Europa Island e Juan de Nova Island, disputato tra Francia e Madagascar; ----*Bir Tawil, disputato da Egitto e Sudan; ----*Bure, Etiopia-Eritrea; ----*Ceuta, Spagna-Marocco;----*Arcipelago di Chagos, Inghilterra e Mauritiuus; ----*Isolo Glorioso, disputate da Francia, Madagascar; Seychelles----Comore; ----*Triangolo Hala'ib, Egitto-Sudan; Heglig, Sudan-Sud Sudan; ----*Triangolo Ilemi, Etiopia-Kenya-Sud Sudan; ----*Isole Hafarinas, Spagna-Marocco;---*Jodha, Sudan-Sud Sudan;---*Kabale, Uganda-Rwanda;---*Kafia Kingi, Sudan-Sud Sudan;---*Kaka, Sudan-Sud Sudan;---*Kangwane, Sud Africa-Swatziland;---*Kahemba, Angola-Congo;---*Kualu, Burkina Faso-Benin;---*Kpeaba, Costa d'Avorio-Guinea;----*Logoba, Sud Sudan-Uganda;---*Lunchinda, Zambia-Congo;---*Mayotte, Francia-Comore;---*Mbamba BayLake Nyasa, Tanzania-Malawi;---*Melilla, Marocco-Francia;---*Isola Migingo, Kenia-Uganda;---*Ogaden, Etiopia-Somalia;---*Fiume Orange, Namibia-Sud Africa;----*Socotra, Yemen-Somalia;----*Sabanerwa, Rwanda-Burundi;----*Sud est algerino, Algeria-Libia;----*Wadi Halfa, Egitto-Sudan
Più alcuni territori minori. 

In Asia:

*Aarsal e altri cinque territori, Libano-Siria;---*Abu Musa, Iran-E.A.U.;---*Nagorno Karabakh, Armenia-Azerbaijan, Rep.del Karabakh;---*Azad Kashmir, Pakistan-India;---*Baekdu, Cina-Korea del Nord;---*Enclave Buthanese in Tibet (Cherkip GompaDhoDungmarGesur,GezonItse GompaKhocharNyanriRingungSanmarTarchen e Zuthulphuk), Cina-Buthan;---*Gilgit, Pakistan-India;----*Jammu e Kashmir; Pakistan-India;----*Dak Jerman/Dak DuytDak Dang/Dak Huyt, the La Drang area and the islands of Baie/Koh Ta Kiev,Milieu/Koh ThmeyEau/Koh SesPic/Koh Thonsáy, Cambogia-Viet-Nam;---*Gareja, Georgia-Azerbaijan;---*DemchokChumarKaurikShipki PassJadh, e Lapthal, India-Cina;----*Doi Lang, Burma-Thailandia;---*Fasht Ad Dibal e Qit'at Jaradeh, Bahrein-Qatar;---*Fergana Valley, Korghisistan-Tajikistan-Uzbekistan;---*Hong Kong, Cina-Taiwan;----*Isfara, Tagikistan-Kirgisistan;---*Jandao, Cina-Nord Korea-Sud Korea;----*Karang, Indonesia-Malesia;---*Regione Kalapani, India-Nepal;----*Artsvashen e provincia, Armenia-Azerbaijan;---*Khuriya, Oman-Yemen;---*Korea, Nord Korea-Sud Korea;---*Macclesfield Bank, Cina-Taiwan-Viet Nam;---*Matthew and Hunter Islands, Vanuatu-Francia;----*Minerva Reefs, Tonga-Fiji;---*Mongolia, Cina-Mongolia;---*Muhurichar, India-Bangla Desh;---*Paracel Islands, Cina-Taiwan-Viet-Nam;----*"Pedra Branca" e i suoi distretti, Singapore-Malesia;---*Prachinburi, Tailandia-Cambogia;---*Preah Vihear Temple, Thailandia-Cambogia;---*QaroohUmm Al Maradim, Kuwait-Arabia Saudita;---*Sabah, Malesia-Filippine;----*Senkaku Islands, Giappone-Cina-Taiwan;---*Shaksgam Valley, India-Cina;----*Shatt al-Arab, Iran-Iraq;----*Arunachal Pradesh, India-Cina-Taiwan;---*Taiwan, Cina-Taiwan;----*UkatnyZhestky e dintorni, Russia-Kazakistan;----*Wake Island, US-Isole Marshall
Più altri territori minori.


Europa
*Mar di Azov, Russia-Ukraina;----* Imia/Kardak, Grecia-Turchia;---*Monte Bianco, Francia-Italia;---*Carlingford Lough, Irlanda-UK;---*Crimea, Russia-Ukraina;---*Gibilterra, UK, Spagna;----*Tuzla Island, Russia-Ukraina;----*Lago Costanza, Svizzera-Germania-Austria;---*Lough Foyle, Irlanda-UK;---* Montmalús, Andorra-Spagna;---*Olivenza, Spagna-Portogallo;---*Confini Croazia-Serbia;---*Prevlaka, Croazia-Montenegro;---*Savstaci, Serbia-Bosnia;---*Sutorina, Bosnia-Montenegro;---*Island of Šarengrad, Serbia-Croazia;---*Vukovar, Serbia-Croazia;---*Macedonia, Macedonia-Grecia-Albania-Bulgaria.



America:


*Hans Island, Canada-Danimarca; Est del Golfo del Messico, Messico-Cuba-US;---*Machias Seal IslandNorth RockStrait of Juan de FucaDixon EntrancePortland CanalBeaufort SeaNorthwest Passage, US-Canada;---*Isla Aves, Venezuela-Dominica;---*Bajo Nuevo Bank, Colombia-Nicaragua-Jamaica-US;---*Sud del Belize, Belize-Guatemala;---*Calero Island, Costa Rica-Guatemala;---*Conejo Island, Honduras-El Salvador;---*Navassa Island, US-Haiti;---*Sapodilla Cay, Belize-Guatemala-Honduras;---*Serranilla Bank, Colombia-Honduras-Nicaragua-US;---*Guanacaste, Costa Rica-Nicaragua;---*Guayana Esequiba, Guayana-Venezuela;---*Ankoko Island, Venezuela-Guayana;---*Arroyo de la Invernada, Brasile-Uruguay;---*Falkland IslandsSouth Georgia and the South Sandwich Islands, UK-Argentina;---*French Guiana, Francia-Suriname;---*Guaíra Falls, Brasile-Paraguay;---*Courantyne River, Guyana-Suriname;---*Isla Brasilera, Brasile-Uruguay;---*Isla Suárez, Bolivia-Brasile;---*Golfo del Venezuela, Venezuela-Colombia;---*Patagonia del sud, Cile-Argentina.


Poi le dispute tra Stati sovrani e non riconosciuti: Abkhazia/Georgia; parte del Bhutan: Cina/Taiwan; Cipro: Turchia/Cipro; Kosovo: Kosovo/Serbia e molti, molti altri. 
Mi raccomando! Sempre esigere l'etichetta della provenienza!



Vi sono marchi particolari sui prodotti di questi luoghi?  no...

2 .io vorrei tornare su un punto , quello dei Territori Occupati.
Abbiamo da anni media che ci propinano questa terminologia, senza sapere cosa significhi e senza applicarla correttamente.
Nel diritto internazionale sono territori occupati "uno o più territori di uno Stato occupati militarmente da altri Stati"
esempi storici ne sono la Germania dopo al seconda guerra mondiale, l'Italia tra il 43 e il 45 in certe zone, dagli Usa, la Lituania e l'Estonia da parte della Germania nazista

Israele "occupa" dei Territori?
vediamo
I territori in questione sarebbero Giudea Samaria- West Bank -Cisgiordania  Gerusalemme Est
L'occupazione si verifica quando "uno stato belligerante invade il territorio di un altro stato con l'intenzione di mantenerne il territorio "
I territori reclamati da Israele nel 1967 non sono mai stati legittimi territori di altro Stato, nè Israele li ha ottenuti con una guerra di aggressione
Se guardiamo infatti gli accordi  del Mandato per la Palestina  già del 22, quei territori erano specificatamente indicati come territori del futuro stato ebraico

Israele non ha occupato terre altrui, ma ha ricostituito i propri territori
Si legge spesso  l'invito a Israele a "rientrare nei confini ante 1967"
Cosa significa?
Primariamente dobbiamo rilevare che quelli ante '67 non sono affatto  "confini" ma linee di armistizio, le linee del 67 (cioè quelle ante guerra dei 6 giorni) sono linee di demarcazione dovute all'armistizio  (e non già di confine) derivanti dalla Guerra di Indipendenza del 1948
Cioè, nel 1948 Israele proclama la sua indipendenza come Stato e viene brutalmente assalito dagli Stati vicini. Respinge l'attacco e nel 49 con l'armistizio di Rodi, Israele Egitto Siria Libano  e Giordania  fissano delle linee di armistizio che restano valide fino al 1967.
Gli accordi lasciano il 78% del territorio della  Palestina mandataria agli israeliani.  Il restante è occupato rispettivamente dall'Egitto nella Striscia di Gaza e dalla Transgiordania nella Cisgiordania e Gerusalemme Est .
Con l'eccezione degli accordi israelo-libanesi, gli altri accordi stabilivano chiaramente (su insistente richiesta degli Stati arabi) che le frontiere fissate non costituivano frontiere definitive e permanenti, o de jure. È in questo senso che alcune precauzioni furono menzionate negli accordi firmati, perché le linee stabilite non fossero considerate altrimenti che a fini militari.
Nel 1967, la situazione è calda, gli stati arabi vicini minacciano Israele, che si difende da una nuova invasione. Crollano le linee di armistizio e Israele ricostituisce i suoi territori.  Occupa, è vero,  il Sinai, egiziano, ma lo restituirà

Dal 67 ad oggi,  Israele non invade il confine di un altro Stato, perchè quelli del 49 non erano confini (per confine in diritto internazionale di intende  delimitazione tra una nazione e l'altra, suddivisione politica), dal 67 ad oggi Israele in Cisgiordania o a Gerusalemme est non sta occupando territori di un'altro stato
Ergo i territori non possono definirsi "occupati", semmai contesi

La terminologia è sempre un veicolo importante per conquistare l'opinione pubblica
Già quell'ufficio marketing di Hitler, a suo tempo,  inventò il termine "soluzione finale"..  che in sè..all'ascolto dell'uomo medio suona bene, significa che c'è un problema e che qualcuno ha un soluzione definitiva. Bellissimo,no?   se invece si fosse  palesemente scritto e parlato  di "sterminio di massa di un popolo, neonati compresi con mezzi aberranti"..come  lo avrebbe percepito l'uomo medio?  bè..molto male..
Il ruolo che giocano le parole e le locuzioni è basilare, oggi soprattutto.
Se io scrivo che Israele occupa dei territori  l'impatto sull'utente medio è psicologicamente forte. Occupare implica qualcosa di illegale, allora Israele sta facendo una cosa cattiva, ed è malvagio.

Questa è da tempo la tecnica usata dai nemici di Israele, screditarlo agli occhi dell'Occidente, un Occidente sempre piu' sonnolente e sonnacchioso che non ha piu' voglia di pensare, di approfondire il tema... sul giornale si scrive "territorio occupato".. pochi si chiedono  s è proprio così.. la locuzione usata finisce per essere vera..per inerzia diventa vero che Israele occupa territori, che Israele qui e Israele là..
Non ci scandalizziamo neppure  se un giovane ebreo viene colto per strada da nove coltellate inflittegli da qualcuno che probabilmente pensa che "se tutti ce l'hanno con Israele o con gli ebrei, un motivo ci sarà".   Ieri sera abbiamo assistito ad un violento attacco antiebraico nel cuore di Milano, rendiamocene conto. Ma non stiamo zitti! l'Europa è già stata complice una volta.
E nel frattempo l'UE cosa fa?   marchia i prodotti made in Israel

Da questo eravamo partiti, ci chiedevamo perchè l'UE ha posto questo marchio.
Possiamo alla fine dire che non lo ha fatto per ragioni umanitarie, non lo ha fatto per ragioni (valide) di provenienza da territori occupati... 
Allora perchè? 
l'UE è antiisraeliana, questa la mia conclusione, per eliminazione mi resta solo questa ipotesi.
In questo modo però sta appoggiando non solo il grande bluff del boicottaggio antiisraeliano ma anche  l'incremento dell'antiebraismo sempre piu' forte  proprio in Europa.  
In questo modo sta mostrando la via per la pace? 
il prossimo ministro o alto rappresentante europeo che andrà in Israele e se ne uscirà con le solite banali frasi fatte del tipo "auspico che tra i due popoli possa  crescere il dialogo, possano ripartire trattative di pace",  si fermi a pensare alle sciocchezze che sta dicendo. Quelle trattative, quella pace, la sta allontanando proprio l'Europa!


No Europa mia, io non ci sto.