giovedì 3 novembre 2016

Il Movimento BDS: dall'immoralità all'illegalità



Esiste un articolo del codice penale italiano, il 507, dal titolo “boicottaggio” che recita "Chiunque  mediante propaganda o valendosi della forza e autorità di partiti leghe o associazioni  induce una o piu' persone a non stipulare patti di lavoro o a non somministrare materie o strumenti necessari al lavoro ovvero a non acquistare gli altrui prodotti agricoli e industriali  è punito con la reclusione fino a tre anni.Se concorrono fatti di violenza o di minaccia si applica la reclusione da due a sei anni"
Dunque per il codice penale italiano il boicottaggio è un reato. Naturalmente il codice penale lo prevede all’interno della propria giurisdizione, ma lo richiamo unicamente per far comprendere che  il boicottaggio è un fatto ben preciso, è un’azione determinata e come tale anche sanzionata, poichè ha/puo' avere  profili di illiceità. 

La signora Mogherini, alto rappresentante agli Affari Esteri della Ue, solo in questi giorni, parlando del movimento BDS (boicotta disinvesti sanziona)  ha detto " L’invito a boicottare Israele fa parte della libertà di espressione”  per continuare affermando che  “l’Unione europea sostiene con forza il diritto dei cittadini a boicottare Israele” in quanto “l’UE difende la libertà di espressione e di associazione, in conformità con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che si applica agli Stati membri anche per quanto riguarda le azioni BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) condotte entro i confini”.

Cio' lascia perplessi ma non deve confondere.
Una cosa è la libertà di espressione e di opinione, altra cosa è il boicottare, che non è affatto "opinione" ma azione, e anzi puo' configurare un illecito. 
La Carta Fondamentale dell'Ue, citata dalla signora Mogherini, non dice in nessuna parte cio' che Ella sostiene, anzi la Carta si limita a invocare il diritto di pensiero, il diritto di opinione (art.10)  e quello di associazione(art.12)
Ma laddove una associazione persegua finalità criminali, questa libertà di associazione trova un limite. L’oggetto della associazione infatti deve essere lecito.
Impropriamente pertanto ritengo invocata la Carta dei diritti europei: il movimento BDS non è una manifestazione di pensiero o un’opinione (che sarebbe legittimo, certamente) ma è un movimento di azione, di disturbo, di invito a volte anche con forza al danneggiare palesemente una parte, in questo specifico caso l’economia di una Nazione.
E' follia pensare che si possa istigare, spesso non solo a parole,  a non comprare certi prodotti, a disinvestire, addirittura a sanzionare una Nazione  e credere che cio' sia libertà. Questa è violenza.

E il Bds non si schiera solo contro un prodotto, o una azienda particolare, ma contro accademici, contro artisti, scrittori, compagnie di danza, musicisti..
Diversi Paesi hanno ormai preso posizione contro il Movimento BDS, la Francia per esempio, ma decisioni che lo ritengono illegale si vanno moltiplicando (Spagna, Gran Bretagna..).  L'Italia?  no, al momento nessuna presa di posizione contro il BDS, anzi  le sopracitate parole della Mogherini  non sono rassicuranti in questo senso. 
Se Alan Dershowitz da tempo parla dell'immoralità del movimento BDS, io mi spingo oltre, il Movimento BDS è illegale, e come tale dovrebbe essere considerato

Ma perché nasce il movimento BDS? Che ragioni ha e cosa vuole esattamente?
Il movimento nasce in seno a organizzazioni palestinesi nel 2005; la finalità da raggiungere  è triplice:
1.       Fine dell'occupazione israeliana e della colonizzazione della terra palestinese
2.     piena uguaglianza per i cittadini arabo-palestinesi di Israele
3.     rispetto per il diritto al ritorno dei profughi palestinesi

1.       Ma Israele cosa “occupa”? Colonizza terra palestinese?

 Israele non occupa territori, né tanto meno colonizza terre arabe.  La Palestina, giova sempre ripeterlo, è una zona geografica che si estende nel vicino oriente tra gli stati di Siria, Giordania e Israele.  Non è mai esistito uno stato palestinese nei territori dell’attuale Israele, che dunque non sta occupando terre di altro stato.

Nel 1949 al termine di una guerra scatenata dagli stati di Giordania, Siria, Libano, Egitto contro Israele, si giunse all’accordo di Rodi, una serie di armistizi che Israele firmò con i nemici aggressori: con l'Egitto il 24 febbraio, con il Libano il 23 marzo, con la Transgiordania il 3 aprile e con la Siria il 20 luglio.  In questo modo vennero stabiliti dei confini armistiziali che comprendevano il 78 % della Palestina mandataria (attenzione palestina mandataria indica che non vi fosse affatto uno stato arabo di palestina, ma si fa riferimento a quella palestina lasciata dall’impero ottomano, e che era governata dalla Gran Bretagna) . La Striscia di Gaza e la Cisgiordania furono occupate rispettivamente da Egitto e Transgiordania.
Solo con il Libano si traccio’un confine che aveva dignità di confine di stato, gli altri erano linee armistiziali, la Transgiordania (poi Giordania) per esempio arrivava sino a Gerusalemme est.

Con l'eccezione degli accordi israelo-libanesi, gli altri accordi stabilivano chiaramente (su insistente richiesta degli Stati arabi) che le frontiere fissate non costituivano frontiere definitive e permanenti, o de jure. È in questo senso che alcune precauzioni furono menzionate negli accordi firmati, perché le linee stabilite non fossero considerate altrimenti che a fini militari.

Nel 1967, la situazione è calda, gli stati arabi vicini minacciano Israele, che si difende da una nuova invasione. Crollano le linee di armistizio e Israele ricostituisce i suoi territori.  Occupa, è vero,  il Sinai, egiziano, ma lo restituirà
Dal ‘67 ad oggi,  Israele non invade il confine di un altro Stato, perchè quelli del ‘49 non erano confini politici!

per confine in diritto internazionale si intende la  la linea che separa lo spazio soggetto al potere di uno Stato dallo spazio soggetto al potere di un altro Stato: il confine politico separa territori che hanno leggi e organizzazioni differenti. 



 Dal 1967 ad oggi Israele in Cisgiordania o a Gerusalemme est non sta occupando territori di un'altro Stato. E la stessa Giordania, non rivendica il territorio di Gerusalemme est, né la Cisgiordania.

La terminologia è sempre un veicolo importante per conquistare l'opinione pubblica, il ruolo che giocano le parole e le locuzioni è basilare, oggi soprattutto.
Se io scrivo che Israele occupa dei territori  l'impatto sull'utente medio è psicologicamente forte. Occupare implica qualcosa di illegale, allora Israele sta facendo una cosa cattiva, ed è malvagio.

Questa è da tempo la tecnica usata dai nemici di Israele, screditarlo agli occhi dell'Occidente, un Occidente sempre piu' sonnolente e sonnacchioso che non ha piu' voglia di pensare, di approfondire il tema... sul giornale si scrive "territorio occupato".. pochi si chiedono  s è proprio così.. la locuzione usata finisce per essere vera..per inerzia diventa vero che Israele occupa territori, che Israele qui e Israele là..
Persino degli accademici parlano di “territori occupati e colonizzati”.. questo è gravissimo, indica una ignoranza dei fatti e della storia notevolissimi.
Gaza venne lasciata completamente al mondo arabo musulmano, nel 2005 tutti gli ebrei ivi residenti, con case, attività, ecc..vennero fatti sloggiare dal Governo Israeliano.
E cosa è accaduto a Gaza?  Che questa striscia si è tramutata in un covo di terroristi, Hamas ha preso il potere e da allora applica metodi di violenza anche sulla popolazione di Gaza dissenziente.
Ora vi immaginate se nascesse uno stato palestinese nella Cisgiordania attuale, cioè un territorio  posto al centro di Israele?  Chi potrebbe garantire che anche qui il potere non finirebbe a gruppi di terroristi?
Senza contare che molte molte volte, sin dal 1933 sono state portate avanti proposte da parte ebraica di costituzione di uno stato arabo..nel 2000 Barak arrivò ad offrire il 99% della Cisgiordania. 
Arafat accettò?  No, perché il mondo arabo palestinese non vuole uno stato, ma vuole che non ve ne sia uno ebraico.  Avete mai sentito di una proposta da parte araba? No?
Per forza, da parte palestinese non ci sono proposte.

In una precedente presa di posizione di vari accademici, pure italiani, solo alcuni mesi fa, contro lo stato di Israele e in piena sintonia BDS, addirittura si chiedeva a Israele la demolizione del Muro..ossia il Kotel, il Muro del Pianto, luogo sacro e santo dell’ebraismo.   Una richiesta che rasenta la follia..
Oggi pare invece che tale richiesta sia avvalorata, in parte almeno, dalla recente risoluzione Unesco, fortemente voluta dai paesi arabi (passata grazie al silenzio dei paesi occidentali) che ha  negato di fatto  il legame millenario degli ebrei con la Città vecchia dove sorge il Muro del pianto, il luogo più sacro agli ebrei di tutto il mondo. Tra l'altro, nel testo presentato col fine di "tutelare il patrimonio culturale della Palestina e il carattere distintivo di Gerusalemme Est", i luoghi santi della Città Vecchia sono indicati solo con il nome arabo. 
Una risoluzione che getta francamente dubbi molto forti sulla reale utilità di un organismo come l'Unesco.


2.       2.  Riconoscere i diritti fondamentali dei cittadini arabo-palestinesi di Israele alla piena uguaglianza

La seconda richiesta del Movimento BDS è questa.  Una richiesta giusta, corretta, se non fosse che è già così.. 
Il movimento BDS chiede anche che nei paesi arabi-musulmani vengano riconosciuti pari diritti e piena uguaglianza ai cittadini ebrei e cristiani?
Il movimento BDS e chi lo sostiene sa che esistono paesi che ad oggi impiccano i cristiani, hanno leggi  discriminatorie nei confronti della donne, che NON hanno pari diritti degli uomini?  Sanno che in paesi come Iraq, Iran Arabia gli omosessuali sono considerati colpevoli di un crimine e condannati a morte? Sanno che le donne accusate di adulterio vengono lapidate (e sono accusate di adulterio anche se il rapporto è stato frutto di una violenza?)  sanno che l’Iran arruola bambini sin dai 12 anni? Che Arafat, e poi Abu Mazen, incentiva il martirio dei giovani, di ragazzini e ragazzine?  Sanno che l’educazione di Hamas comporta botte e violenze ai bambini sin da piccoli?  Perché non vedo levarsi nessuna voce contro queste palesi violazioni dei diritti umani?

3.   3.    Rispettare, proteggendo e promuovendo i diritti dei profughi palestinesi al ritorno nelle loro case e nelle loro proprietà come stabilito nella risoluzione 194 dell’ONU.

Premesso che i “rifugiati” arabi musulmani di palestina che se ne andarono nel 1948 lo fecero di loro volontà e perché così indotti dai loro capi che fecero guerra ad Israele, perché non chiediamo alla Russia di permettere il ritorno a Kaliningrad (ex Konisberg tedesca) dei profughi tedeschi costretti a fuggire?  Ah..dite che quelle persone sono ormai morte, se non altro per ragioni anagrafiche?   possibile…
Infatti gli unici rifugiati che esponenzialmente aumentano, anziche’ diminuire, sono quelli palestinesi. 
Ne abbiamo già parlato 
qui il curioso caso dei profughi palestinesi. Lo status di rifugiato palestinese è unico nella storia dei rifugiati… in quanto è un “titolo” che si eredita.. e così oggi abbiamo circa 7 milioni di rifugiati palestinesi..quasi nessuno dell’epoca del 1948..  Come pensate, cari accademici, sia logisticamente possibile inserire 7 milioni di persone, che tra l’altro non sono nate in Israele, né in quelle casa che definite di loro proprietà, in uno stato che ha 8 milioni di abitanti? 

Oggi i “profughi” palestinesi sono piu’ numerosi degli attuali abitanti di Israele, è gioco forza che non sia possibile dar loro spazio in Israele. Ma la maggior parte di essi non è nata in “Palestina”, neppure i loro genitori sono nati in Palestina.. non è pertanto corretto parlare del loro “ritorno” ?
Piuttosto auspichiamo che la qualità di profugo e rifugiato palestinese venga riportata negli stessi medesimi concetti previsti per tutti gli altri profughi e rifugiati  del mondo.

E L’italia?  Anche in Italia abbiamo il movimento BDS, in Italia votiamo, salvo poi correggere il tiro, in modo vergognoso. Il voto all'Unesco, anzi l'astensione, lascia perplessi e sbigottiti, poichè la Storia non si puo' riscrivere. Cio' che è innegabile (e l'afflato spirituale storico religioso tra Gerusalemme, il suo Tempio e cio' che ne resta con l'ebraismo E' innegabile) non puo' essere negato. 

L’Italia, così come le democrazie occidentali, non puo' che sostenere Israele, baluardo della civiltà e democrazia in Medio oriente, e incentivare la collaborazione multilivello: commerciale, politica e  accademica ed essere assolutamente contrario e contrariato dalla strumentalizzazione di boicottaggi vari il cui fine unico e ultimo è solo il voler isolare Israele, immotivatamente e ingiustamente, all'interno della Comunità Internazionale .
Chiudo ricordando le parole dell’attuale Primo Ministro, Matteo Renzi, pronunciate davanti alla Knesset   “l’esistenza dello stato d’Israele non è una gentile concessione della comunità internazionale, dopo la Shoah, ma precede di secoli ogni accordo internazionale. Chi boicotta Israele boicotta se stesso, tradisce il proprio futuro”.

Il boicottaggio è il nuovo antisemitismo, travestito con altri nomi (antisionismo, anti –coloni e via dicendo), ma il concetto, la sostanza, è sempre quella. Facciamo attenzione!




2 commenti:

  1. La vera battaglia contro il boicottaggio dei prodotti Israeliani deve prima avvenire dentro le menti delle persone.

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  2. vero, verissimo, ma laddove le "menti" latitano, intervenga almeno la legge

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