Dopo l’intifiada delle pietre, e quella molto recente dei coltelli, eccoci a quella che da piu’ parti è stata definita intifada dei fuochi.
Per giorni in Israele sono scoppiati fuochi dolosi che hanno messo a grave rischio la popolazione e hanno bruciato migliaia di alberi.
Decine di migliaia le persone a cui è stata ordinata l’evacuazione, 60 mila solo ad Haifa.
I fuochi, in parte dolosi, appiccati con moventi politici e grazie a bombe molotov, sono stati certamente favoriti dal vento e dalla siccità. Il primo Ministro Israeliano, B. Netanyahu ha parlato di deliberato "atto di terrorismo", un terrorismo nuovo, ma certamente pericolosissimo. Come ogni atto di terrorismo, la vittima non è una, non è solo Israele, ma è l'umanità. Anche noi siamo vittime del fuoco che brucia alberi e case.
Haifa, la terza città del paese, è una delle zone piu' colpite (il Monte Carmelo già nel 2009 fu colpito da devastanti incendi la cui traccia è ancora oggi visibile, un ferita inferta al Monte) ma incendi sono nati in posti lontani fra di loro, come Talmon, un insediamento in Cisgiordania, Shuafat a Gerusalemme est e Sajur e Nahf, in Galilea.
E' un gravissimo disastro naturale ed umano.
Italia, Grecia, Cipro, Turchia, Azerbaigian, Egitto e Russia hanno mandato aiuti.
L’emergenza ad oggi sarebbe terminata, ieri il portavoce dell’autorità per il soccorso antincendio israeliano, Yoram Levi, ha riferito che gran parte degli incendi sono stati spenti e quelli domati non sono più in grado nuocere né all’ambiente né alla popolazione.
Ma si contano i danni: 133 persone sono rimaste ustionate e alcuni sarebbero gravi; oltre moltissimi edifici che sono stati gravemente danneggiati dal fuoco; almeno 7.400 acri di parchi nazionali sono stati bruciati.
Il Fondo Nazionale Ebraico, che gestisce molte delle foreste del paese, ha detto che circa 2.700 acri delle foreste sotto la sua gestione sono stati distrutti.
In tutto, fino a 32.000 acri di foreste naturali sono stati distrutte.
La polizia ha proceduto all’arresto di almeno 30 palestinesi accusati di avere dolosamente provocato incendi.
Di fronte alla tragedia del fuoco, si resta allibiti e grandemente offesi per le manifestazioni di giubilo che sono state espresse da una parte del mondo arabo sui social network . “Hanno cercato di vietare la chiamata del muezzin, Allah ha fatto piovere fuoco su di loro,” ha twittato l’account ufficiale di Izzat al-Risheq, leader di Hamas, che si riferiva ad una proposta di legge che nemmeno è stata approvata in Israele.
Altri account riconducibili ad Hamas sui social media hanno pubblicato in segno di festa video di canzoni sul fuoco, tra cui la colonna sonora del film “Catching Fire”.
Alcuni account hanno espresso la speranza che gli incendi possano raggiungere le strutture strategiche in Israele, come l’azienda di fertilizzanti e prodotti chimici Haifa Chemicals, gli impianti di stoccaggio del gas in tutto il paese e le basi dell’esercito israeliano che hanno grandi depositi di armi..
Israele nel ricostruire le sue case e nel ripiantare alberi forti e belli, farà tesoro della terribile esperienza vissuta dimostrando che la vita vince sempre ma ora sta anche a noi nel nostro piccolo dare una mano.
Il KKL, ossia il Keren Kayemeth LeIsrael Onlus, il Fondo Nazionale Ebraico, che da sempre porta avanti lo spirito ecologista ed ambientalista sta raccogliendo fondi per la riforestazione, quegli alberi bruciati devono essere sostituiti non appena possibile… ora la parola d’ordine è “far crescere nuovi alberi”
Chiunque volesse aiutare puo’ farlo attraverso i canali del KKL onlus http://www.kklitalia.it/come-donare/
L’Ucei di Roma a sua volta sta raccogliendo fondi per le famiglie rimaste senza abitazione e sfollate. Per contribuire è possibile utilizzare l’IBAN
IT42B0200805205000103538743 indicando come causale “MEDITERRANEO IN FIAMME”
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