sabato 14 giugno 2014

Israele: tre ragazzi rapiti nella West bank


Solo pochi giorni fa assistevamo ad un “abbraccio”, patrocinato da Sua Santità, con la speranza di pace, solo pochi giorni fa si formava e inaugurava il nuovo “governo palestinese” a cui l’occidente, entusiasta (!!),  augurava di lavorare per la pace..ma ecco che dopo solo pochi giorni si ode la voce –vera- di Hamas (con cui Abu Mazen, quello dell’abbraccio fraterno e portatore di pace di soli otto giorni fa, si è alleato), che esorta i membri del suo braccio armato in Cisgiordania a colpire soldati e civili israeliani per “difendere i prigionieri nelle carceri israeliane”. “Chiediamo agli uomini della resistenza in Cisgiordania, soprattutto alle Brigate Al-Qassam – ha scritto lunedì su Facebook il portavoce di Hamas, Hussam Badran – di compiere il loro dovere prendendo di mira soldati e coloni occupanti”. 

Ed ecco..giovedi sera tre giovani israeliani spariscono..tre giovani studenti di una scuola rabbinica di una colonia nei pressi di Gush Etzion.

Yaakov Naftali Ben Rachel Devorah
Gilad Michael ben Bat Galim
Eyal ben Iris Teshura



Questi sono i nomi dei tre ragazzi che sono scomparsi; dopo i primi momenti e dopo le stesse parole delle famiglie che ribadiscono di non avere alcun motivo per credere che i ragazzi abbiano deciso di lasciare la casa per conto proprio, non resta che accettare il fatto che gli stessi siano stati vittime di rapimento, nella  West Bank, probabilmente con una azione studiata a tavolino e pianificata nei minimi dettagli. Anche se le rivendicazioni si sono susseguite da parte di vari gruppi, secondo lo Shin Bet dietro c’è la longa mano di Hamas. A conferma di questa ipotesi l’annuncio fatto ieri sera dai terroristi alla popolazione palestinese di ostacolare con tutti i mezzi l’esercito israeliano nella ricerca dei tre ragazzi, anche con azioni violente.

Ieri sera il fatto è stato rivendicato da un semi sconosciuto gruppo salafita di Hebron, 'Daulat al-Islam'.
 Sul tavolo degli investigatori - secondo i media - varie ipotesi: dalla peggiore, il timore di una fine cruenta, alla possibilità che subito dopo il possibile rapimento i tre ragazzi siano stati separati, rendendo così più difficile il ritrovamento, al loro eventuale spostamento fuori Israele, via Negev - la zona desertica nel sud del paese - e, probabilmente, via Giordania. L'ultimo avvistamento dava i tre allievi della ultraortodossa Makor Chaim Yeshivah impegnati a fare l'autostop.
Il Governo israeliano ieri sera ha detto di ritenere responsabili della sorte dei tre ragazzi il nuovo Governo di Unità Nazionale Palestinese.

 “Le forze di sicurezza sono ormai quasi certe che i tre ragazzi adolescenti sedicenni studenti di una yeshiva siano stati rapiti e si trovino in Cisgiordania dopo la scomparsa nella zona di Gush Etzion. Le forze di sicurezza stanno conducendo ricerche per verificare se ci sia una connessione tra una macchina bruciata scoperta nei pressi di Hebron e gli adolescenti scomparsi. Una fonte di stato ha detto che "l'evento è da inserirsi nell'escalation di violenza in Giudea e Samaria in atto da quando Abu Mazen ha permesso all'organizzazione terroristica Hamas di partecipare al governo palestinese".



Lo Shin Bet e il Comando Centrale dell'IDF stanno gestendo la scomparsa dei ragazzi come un rapimento da parte di una cellula terroristica perché, tra le altre cose, i loro telefoni cellulari hanno smesso di emettere il segnale di localizzazione esattamente nello stesso luogo sono stati visti l'ultima volta - tra Kfar Etzion e l'insediamento Alon Shvut - . L'ambasciatore americano in Israele, Dan Shapiro è stato informato che uno degli israeliani mancanti è anche un cittadino americano.


Le forze di sicurezza scrutano aree aperte a Gush Etzion a piedi, in auto e utilizzando ogni altro dispositivo di osservazione. L'agenzia di stampa palestinese Ma'an ha riferito che l'esercito sta setacciando zone a sud di Hebron e ha istituito posti di blocco in diversi punti. Le forze dell'IDF hanno fatto irruzione alcune case ed effettuato un paio di arresti mentre allo stesso tempo, droni israeliani sarebbero stati visti sorvolare la parte meridionale del Monte Hebron. Le ore immediatamente successive sono determinanti in quanto in altri episodi di questo tipo, gli ostaggi sono stati uccisi immediatamente dopo il rapimento.

Il primo ministro Netanyahu ha contattato le famiglie dei ragazzi scomparsi assicurando loro che Israele farà tutto il possibile per portarli a casa. Il primo ministro si è anche incontrato nel suo ufficio di Tel Aviv con alti funzionari della sicurezza dove ha chiarito come "Israele veda l'Autorità Palestinese come responsabile della sicurezza dei ragazzi".

Il portavoce dell'IDF ha fatto un annuncio ufficiale per avvisare il pubblico di non credere alle voci che si sono diffuse in tutto il paese a partire da stamattina riguardo l'irruzione in una casa e della conseguente liberazione di due dei ragazzi, una svolta che il portavoce ha negato con decisione. "Sto chiedendo a tutti di comportarsi in modo responsabile. Non c'è alcuna verità dietro alle voci che qualcuno sta diffondendo", ha detto il portavoce.

Il capo di stato maggiore Benny Gantz ha incaricato tutte le unità dell'esercito pertinenti, tra cui una unità di fronte a situazioni in ostaggio, di aumentare il loro livello di allerta e di prepararsi a qualsiasi scenario.” (da pagina facebook di Progetto Dreyfus)


Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto una riunione di emergenza del gabinetto di sicurezza presso il quartier generale delle forze armate (Idf) a Tel Aviv, a cui hanno partecipato anche il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, il collega della Pubblica Sicurezza, Yitzhak Aharanovich, il capo dello Shin bet, Yoram Cohen e il capo di Stato maggiore dell'Idf, Banny Gantz. "Israele ritiene l'Anp responsabile dell'incolumità dei rapiti", si legge in un comunicato dell'ufficio del premier. "So che state soffrendo, siate forti, lo Stato d'Israele farà ogni sforzo per i vostri figli", ha fatto sapere Netanyahu alle famiglie.

ll segretario di Stato Usa, John Kerry, ha parlato con il presidente palestinese Abu Mazen dell'intera vicenda e già ieri a Londra aveva "espresso la sua preoccupazione" per la scomparsa dei ragazzi in un incontro con il ministro della Giustizia israeliano, Tzipi Livni, e in una successiva telefonata con l'Autorità nazionale palestinese. Livni ha esortato Kerry a lavorare con Abu Mazen per aiutare il ritorno a casa dei ragazzi.

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