martedì 3 giugno 2014

Festività ebraiche: Shavuot



Shavuot cade il 6 e il 7 di Sivan, esattamente sette settimane dopo Pesach..(e cioè il 4-5 giugno 2014 del calendario gregoriano)
Shavuot è chiamata anche "Tempo del dono della nostra Torà" infatti commemora l'evento più importante nella storia ebraica - il dono della Torah sul Monte Sinai.
Come sappiamo la Torà è per gli ebrei il dono più grande fatto da Dio all'uomo, il legame con essa è fortissimo e ha un valore di sacralità..
Gli ebrei dopo essere rimasti schiavi in Egitto, finalmente liberi, trascorsero 40 anni nel deserto. Tre millenni fa, dopo aver lasciato appunto l'Egitto nella notte di Pasqua, gli ebrei viaggiarono nel deserto del Sinai. Lì, l'intera nazione ebraica - 3 milioni di uomini, donne e bambini - hanno vissuto direttamente la rivelazione divina, infatti quando furono ai piedi del Monte Sinai Mosè, loro capo, salì sul monte dove ricevette in dono da Dio la Torà da consegnare al popolo d'Israele.




 Le Leggi contenute nella Torà sono ancora oggi la base e il cemento del popolo ebraico (anche se sviluppate da secoli di commenti che continuano costantemente). 
Se Pesach rappresenta il raggiungimento della libertà materiale, questa festa rappresenta il raggiungimento della libertà spirituale, la libertà di scegliere di accettare la legge morale, di accettare il giogo divino.

Shavuot è una delle tre feste di pellegrinaggio, cioè una festa durante la quale ci si doveva recare al Santuario a Gerusalemme (ai tempi in cui ancora esisteva) e portare un'offerta, secondo il dettato che si trova in Esodo XXIII, 16: "Conterete cinquanta giorni fino all'indomani della settima settimana ed allora presenterete al Signore un'offerta farinacea nuova (di frumento nuovo)".
A Shavuot ci si reca alla Sinagoga, dove vengono utilizzati degli addobbi particolarmente sontuosi e il profumo dei fiori che vengono portati per l'occasione rende particolarmente gradevole la atmosfera. Le piante e i fiori che si usano per addobbare le case e le sinagoghe probabilmente rimandano al luoghi lussureggiante nel deserto in cui fu ricevuta la Torà.
Il pasto di Shavuoth è a base di latte (vedi articolo su questo blog "la cucina ebraica"). Le origini di questa usanza possono essere diverse, le più accreditate sono due: 
- il sapore della Torà viene paragonato a quello del latte e del miele
-oppure che gli ebrei non avendo ancora ricevuto la Legge, non erano in grado di procedere alla macellazione rituale degli animali, per cui si astenevano dal mangiare la carne.
Dopo la cena della vigilia, molti usano studiare la Torà per tutta la notte. 
Il secondo giorno di Shavuot si legge il libro di Ruth, libro facente parte del canone biblico, nel quale viene narrata la storia di Ruth la moabita, della sua conversione all'ebraismo, conversione alla quale arrivò attraverso tappe spirituali paragonabili a quelle del popolo ebraico. 
E' una storia molto bella, dal profondo insegnamento: la storia di Ruth donna della tribù di Moab che sposa un ebreo.
Rimasta vedova, decide di condividere il destino della suocera, Noemi, anch'ella vedova e cui sono morti entrambi i figli.
Noemi torna a Betlemme, di cui è originaria, e Ruth la segue, sposando poi un parente della suocera – Booz - ed entrando a far parte del popolo ebraico.
Da Ruth e da Booz discenderà il re Davide.

La storia di Ruth è paradigmatica di rapporti interetnici ed interreligiosi basati sull'amicizia e sull'integrazione: proprio da Ruth – che provenendo da un altro popolo decide dopo la morte del marito ed in assoluta autonomia di far parte del popolo ebraico – discenderà la dinastia sotto la quale Israele raggiungerà il massimo splendore. E da Ruth discenderà quindi anche il Messia, che, secondo la profezia di Isaia, apparterrà alla discendenza di Davide.


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