Shavuot cade il 6 e il 7 di Sivan, esattamente sette
settimane dopo Pesach..(e cioè il 4-5 giugno 2014 del calendario gregoriano)
Shavuot è chiamata anche "Tempo del dono della nostra
Torà" infatti commemora l'evento più importante nella storia ebraica - il
dono della Torah sul Monte Sinai.
Come sappiamo la Torà è per gli ebrei il dono più grande fatto da Dio
all'uomo, il legame con essa è fortissimo e ha un valore di sacralità..
Gli ebrei dopo essere rimasti schiavi in Egitto, finalmente
liberi, trascorsero 40 anni nel deserto. Tre millenni fa, dopo aver lasciato appunto l'Egitto nella notte di Pasqua, gli
ebrei viaggiarono nel deserto del Sinai. Lì, l'intera nazione ebraica - 3
milioni di uomini, donne e bambini - hanno vissuto direttamente la rivelazione
divina, infatti quando furono ai piedi del Monte Sinai Mosè, loro capo, salì
sul monte dove ricevette in dono da Dio la Torà da consegnare al popolo d'Israele.
Le Leggi contenute
nella Torà sono ancora oggi la base e il cemento del popolo ebraico (anche se sviluppate da secoli di commenti che continuano costantemente).
Se Pesach rappresenta il raggiungimento della libertà materiale, questa festa
rappresenta il raggiungimento della libertà spirituale, la libertà di scegliere
di accettare la legge morale, di accettare il giogo divino.
Shavuot è una delle tre feste
di pellegrinaggio, cioè una festa durante la quale ci si doveva recare al
Santuario a Gerusalemme (ai tempi in cui ancora esisteva) e portare un'offerta,
secondo il dettato che si trova in Esodo XXIII, 16: "Conterete cinquanta
giorni fino all'indomani della settima settimana ed allora presenterete al
Signore un'offerta farinacea nuova (di frumento nuovo)".
A Shavuot ci si reca alla Sinagoga, dove vengono utilizzati
degli addobbi particolarmente sontuosi e il profumo dei fiori che vengono
portati per l'occasione rende particolarmente gradevole la atmosfera. Le piante
e i fiori che si usano per addobbare le case e le sinagoghe probabilmente
rimandano al luoghi lussureggiante nel deserto in cui fu ricevuta la Torà.
Il pasto di Shavuoth è a base di latte (vedi articolo su questo blog "la cucina ebraica"). Le origini di questa
usanza possono essere diverse, le più accreditate sono due:
- il sapore della
Torà viene paragonato a quello del latte e del miele
-oppure che
gli ebrei non avendo ancora ricevuto la Legge, non erano in grado di procedere
alla macellazione rituale degli animali, per cui si astenevano dal mangiare la
carne.
Dopo la cena della vigilia, molti usano studiare la Torà per
tutta la notte.
Il secondo giorno di Shavuot si legge il libro di Ruth, libro
facente parte del canone biblico, nel quale viene narrata la storia di Ruth la
moabita, della sua conversione all'ebraismo, conversione alla quale arrivò
attraverso tappe spirituali paragonabili a quelle del popolo ebraico.
E' una storia molto bella, dal profondo insegnamento: la storia di Ruth donna della tribù di Moab che
sposa un ebreo.
Rimasta vedova, decide di condividere il destino della
suocera, Noemi, anch'ella vedova e cui sono morti entrambi i figli.
Noemi torna a Betlemme, di cui è originaria, e Ruth la
segue, sposando poi un parente della suocera – Booz - ed entrando a far parte
del popolo ebraico.
Da Ruth e da Booz discenderà il re Davide.
La storia di Ruth è paradigmatica di rapporti interetnici ed
interreligiosi basati sull'amicizia e sull'integrazione: proprio da Ruth – che
provenendo da un altro popolo decide dopo la morte del marito ed in assoluta
autonomia di far parte del popolo ebraico – discenderà la dinastia sotto la
quale Israele raggiungerà il massimo splendore. E da Ruth discenderà quindi
anche il Messia, che, secondo la profezia di Isaia, apparterrà alla discendenza
di Davide.
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