lunedì 4 agosto 2014

Amos Oz e la Pace



“Che cosa faresti se il tuo vicino di casa si sedesse sul balcone di casa sua, mettesse un bambino tra le sue gambe e sparasse raffiche di mitra contro la stanza di tuo figlio?
Che cosa faresti se il tuo vicino di casa scavasse un tunnel dalla stanza di suo figlio alla stanza di tuo figlio per farti saltare casa o per rapire la tua famiglia?”
“L’alternativa all’azione militare israeliana è quella di porgere l’altra guancia. A differenza dei pacifisti europei, io non ho mai creduto che il male assoluto fosse la guerra. Dal mio punto di vista il male assoluto del mondo è l’aggressione e il solo modo per respingerla è la forza, purtroppo. 
Questa è la differenza tra un pacifista europeo e un pacifista israeliano come me. E se posso, vorrei aggiungere un aneddoto: una mia parente che riuscì a scampare alla Shoà nel campo di concentramento di Theresienstadt ha sempre ricordato ai suoi figli e ai suoi nipoti che venne salvata nel 1945 non dai pacifisti con i loro cartelli e i loro fiori ma dall’Armata Rossa e dalle mitragliatrici.”

Non sono le parole di Avigdor Lieberman né di Naftali Bennett ma di Amos Oz, israeliano di Gerusalemme, noto romanziere, giornalista e professore di letteratura di fama mondiale, che ha sempre difeso la soluzione dei due Stati per il conflitto israelo-palestinese. In quest’intervista Oz ribadisce la via diplomatica come unica soluzione al conflitto, due paesi limitrofi che digrignando i denti devono accettarsi sperando che il popolo di Gaza insorga contro Hamas proprio come i rumeni fecero con Ceausescu. Indirettamente rivolge le sue speranze alla colomba della coalizione di governo, Yair Lapid, e scarta categoricamente l’ipotesi di una qualsiasi trattativa con Hamas nel cui Statuto è prevista la distruzione dello Stato ebraico. “Sono sempre stato una persona che ha favorito i compromessi. Ma anche un uomo di compromesso non può avvicinarsi ad Hamas e dire: “Forse possiamo trovare una via di mezzo, Israele la facciamo esistere il lunedì, il mercoledì e il venerdi”.
Alla domanda dell’intervistatore sul livello di sicurezza di Israele, Oz risponde: “Quanto può sentirsi sicuro il popolo ebraico in questo pianeta? Non mi riferisco agli ultimi 20 o 50 anni ma negli ultimi 2000 anni. Ma le dirò quella che è la mia speranza e la mia preghiera per Israele. Mi piacerebbe che Israele non occupasse più le prime pagine dei giornali del mondo e che invece la conquistasse per la letteratura, per l’arte, la musica e l’architettura. Questo è il mio sogno per il futuro.

Tratto da "Progetto Dreyfus"

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