giovedì 28 agosto 2014

Netanyahu: Hamas ha subito il peggior colpo della sua storia senza realizzare nessuno dei suoi obiettivi



traduzione di Israele.net, articolo di Jerusalem Post, Times of Israel
"Mentre le Forze di Difesa israeliane hanno raggiunto gli obiettivi della loro missione a Gaza, Hamas non è riuscita a imporre nessuna delle condizioni che aveva cercato di strappare in cambio del cessate il fuoco. Lo ha detto mercoledì sera il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una conferenza stampa nella quale ha parlato dell’operazione anti-terrorismo “Margine protettivo” iniziata lo scorso 8 luglio.
“Hamas ha subito il colpo peggiore dalla sua fondazione” ha detto Netanyahu, che ha inoltre sottolineato l’isolamento di Hamas nel recente conflitto. Israele, ha detto, è riuscito a dimostrare alla comunità internazionale “le dimensioni dell’estremismo islamista di Hamas, e come Hamas, ISIS e al-Qaeda siano tutti parte della stessa famiglia”. E ha convinto il mondo “che l’obiettivo a lungo termine deve essere il disarmo” della striscia di Gaza. La comunità internazionale, ha detto Netanyahu, si è resa conto che il mondo arabo, salvo poche eccezioni, non si è schierato con Hamas. “Questo segna un cambiamento”, ha osservato, giacché ex stati nemici si ritrovano ora a cooperare nella lotta contro gli islamisti estremisti in Medio Oriente. La collaborazione tra forze moderate per distruggere lo “Stato Islamico” apre la strada a “nuove opportunità” e a un nuovo orizzonte diplomatico per Israele. 
Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha aggiunto Netanyahu, “deve scegliere da che parte stare, e noi speriamo che continui a cercare la pace con Israele: siamo sempre ansiosi di trovare validi interlocutori di pace per risolvere il conflitto, e saremmo ben lieti che le forze di Abu Mazen tornassero nella striscia di Gaza”. Ma se Hamas ricominciasse da domani a scavare tunnel terroristici, ha aggiunto il primo ministro, Israele “avrebbe tutto il diritto difendersi”.

La missione di Israele a Gaza era chiara, ha poi detto Netanyahu: “Colpire duramente le strutture di Hamas e garantire un prolungato periodo di pace per la popolazione israeliana. E infatti Hamas è stata colpita duramente. Mille terroristi uccisi, compresi molti comandanti; distrutte migliaia di arsenali, rampe di lancio e nascondigli di armi, insieme a centinaia di covi e centri di comando”, mentre le batterie “Cupola di ferro” e i pronti interventi contro i commando di terroristi infiltrati dai tunnel e dal mare hanno impedito a Hamas di compiere “le stragi di civili israeliani” che ha cercato per tutto il tempo di realizzare. Netanyahu ha ricordato che sin dall’inizio dell’operazione Israele ha accettato incondizionatamente tutti i cessate il fuoco proposti dall’Egitto e da altri, mentre Hamas ha sempre cercato di imporre le sue condizioni, facendo saltare ben undici tregue. “Ma Hamas non ha realizzato nessuna delle sue condizioni – ha poi sottolineato – Per smettere di lanciare razzi pretendevano un porto e non l’hanno ottenuto; pretendevano un aeroporto e non l’hanno ottenuto; pretendevano la scarcerazione dei terroristi riarrestati dopo il rapimento e assassinio dei tre ragazzi adolescenti israeliani e non l’hanno ottenuta; pretendevano risarcimenti e fondi per pagare gli stipendi dei loro uomini e non li hanno ottenuti; pretendevano che i negoziati fossero condotti dalla Turchia o dal Qatar e non l’hanno ottenuto”. 
D’altra parte, ha continuato Netanyahu, Israele è sempre stato pronto a sostenere la riabilitazione umanitaria di Gaza, a condizione di poter controllare il materiale che entra nella striscia di Gaza perché non venga usato dai terroristi, e questo è ciò che accadrà.



Netanyahu ha riconosciuto che sconfiggere completamente le organizzazioni terroristiche è impresa quasi impossibile per gli stati democratici e ha fatto l’esempio degli Stati Uniti che non hanno sconfitto totalmente al-Qaeda. “Non posso dire con certezza che sia stato raggiunto l’obiettivo di una calma duratura – ha detto – ma certamente è stato raggiunto l’obiettivo di infliggere a Hamas un duro colpo. E se Hamas dovesse ricominciare a sparare, Israele risponderebbe con ancora più forza di quanta ne abbia impiegata prima di quest’ultimo cessate il fuoco”.
Hamas è rimasta “sorpresa dall’intensità della nostra risposta” alla sua violazione dell’ultima tregua, martedì scorso. “Avevo detto che non avremmo accettato una continua guerra d’attrito – ha ricordato Netanyahu – e che avremmo reagito per porvi fine”. Quando sono morti alcuni capi e sono crollati interi palazzi usati dai terroristi, Hamas ha dovuto capire che il prezzo era troppo alto. “Non intendiamo tollerare uno stillicidio di razzi su nessuna parte di Israele”, ha spiegato.
Hamas, ha detto Netanyahu, fa di tutto per presentare un’immagine di vittoria, ma sappiamo cosa rischiano i palestinesi che non partecipano alle celebrazioni. In realtà, secondo il primo ministro israeliano, le operazioni a Gaza e le conseguenti trattative al Cairo hanno dimostrato che la strategia di Hamas basata sulla violenza e la guerra, oltre che costare prezzi altissimi non consegue nessuno dei suoi obiettivi.
Netanyahu ha elogiato l’unità e il sostegno dimostrati dalla popolazione di Israele nei 50 giorni di combattimenti e ha aggiunto: “Quelli di Hamas non si rendono conto di quanto sia forte e unita la nostra nazione”.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, 27.8.14)

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