Ricevo e volentieri diffondo e faccio mie le parole del Presidente nazionale dell'Associazione Italia - Israele, dott. Carlo Benigni, in merito ai terribili attentati del 24 maggio
scorso a Bruxelles e a Parigi.
L'antisionismo ha fornito il terreno
di coltura per la ripresa dell'antisemitismo in Europa. Le
responsabilità dell'Unione Europea nello scenario del Medio
Oriente.
L'attentato di Bruxelles
desta orrore ed è un ulteriore segnale della ripresa
dell'antisemitismo in Europa. Anche gli attentati di Parigi ne sono
conferma. Esprimiamo la più ferma condanna nei confronti del
terrorismo e la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime.
L'antisemitismo, di per
sé impresentabile, ma risorgente, trova il suo terreno di coltura
nell'antisionismo, pregiudizialmente ostile ad Israele. Secondo una
lettura distorta della realtà storica passata e presente, le vittime
di ieri, gli ebrei, sarebbero i carnefici di oggi, ai danni dei
palestinesi. Ne deriva l'invito al boicottaggio di Israele, sul piano
politico, commerciale, culturale. Una volta di più ribadiamo con
forza che Israele è l'unica democrazia nel Medio Oriente,
all'avanguardia nel rispetto del pluralismo, dei diritti civili,
della libertà religiosa, e sotto costante minaccia di distruzione da
parte dell'integralismo islamico, di Hamas, dell'Iran.
L'Unione Europea non può
continuare ad attestarsi su posizioni di equidistanza tra un Paese
che vuole vivere in pace, senza minacciare i vicini, e quanti lo
vogliono distruggere. Ci auguriamo che nella nuova legislatura le
istituzioni europee, dal Parlamento alla Commissione, sappiano
assumere iniziative proattive sullo scenario del Medio Oriente,
opponendosi al boicottaggio contro Israele. E' noto che molti
finanziamenti della UE all'Autorità palestinese, al regime di Gaza,
a varie Ong sono utilizzati non per scopi assistenziali o educativi,
ma per la lotta contro lo Stato ebraico: si pensi ai libri di testo
che educano i bambini all'odio e alla violenza, con carte geografiche
da cui Israele è cancellata. Precondizione per ogni finanziamento
europeo deve essere l'esplicito riconoscimento del diritto
all'esistenza dello Stato di Israele, ed occorre introdurre un
controllo rigoroso sulla effettiva utilizzazione dei fondi da parte
di classi dirigenti spesso corrotte.
Oggi gli ebrei belgi e
francesi non si sentono più sicuri in patria, e sempre più numerosi
emigrano in Israele.
Si è superato il livello
di guardia, le parole non bastano più. E' necessario rendere
immediatamente operativa una strategia organica e coordinata di
prevenzione e di repressione dell'antisemitismo, in tutte le sue
forme, da parte degli Stati nazionali e della UE.
25 maggio 2014
Nessun commento:
Posta un commento