Yom ha-'atzmauth è il giorno della proclamazione dello Stato d’Israele, avvenuta il 14 maggio 1948, 66 anni fa.
La celebrazione cade, quest'anno (5774) martedì 6 maggio 2014 (vigilia 5 maggio 2014).
Il giorno dell'Indipendenza, festa nazionale israeliana, si commemora quindi la Dichiarazione di Indipendenza di Israele e la fine del Mandato Britannico, ed è l'unica festività piena del calendario decretata per legge che non provenga da una tradizione millenaria. Eccone il testo
La celebrazione cade, quest'anno (5774) martedì 6 maggio 2014 (vigilia 5 maggio 2014).
Il giorno dell'Indipendenza, festa nazionale israeliana, si commemora quindi la Dichiarazione di Indipendenza di Israele e la fine del Mandato Britannico, ed è l'unica festività piena del calendario decretata per legge che non provenga da una tradizione millenaria. Eccone il testo
“Quindi
noi, membri del Consiglio del Popolo, rappresentanti della Comunità
Ebraica in Eretz Israel e del Movimento Sionista, siamo qui riuniti
nel giorno della fine del Mandato Britannico su Eretz Israel e, in
virtù del nostro diritto naturale e storico e della risoluzione
dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiariamo la
fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel, che avrà il nome di
Stato d'Israele.
Decidiamo
che, con effetto dal momento della fine del Mandato, stanotte, giorno
di sabato 6 di Iyar 5708, 15 maggio 1948, fino a quando saranno
regolarmente stabilite le autorità dello Stato elette secondo la
Costituzione che sarà adottata dall'Assemblea costituente eletta non
più tardi del 1 ottobre 1948, il Consiglio del Popolo opererà come
provvisorio Consiglio di Stato, e il suo organo esecutivo,
l'Amministrazione del Popolo, sarà il Governo provvisorio dello
Stato ebraico che sarà chiamato Israele.
Lo
Stato d'Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la
riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene
di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla
giustizia e sulla pace come predetto dai profeti d'Israele,
assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a
tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso,
garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di
istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le
religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite.
Lo Stato d'Israele sarà pronto a collaborare con le agenzie e le
rappresentanze delle Nazioni Unite per l'applicazione della
risoluzione dell'Assemblea Generale del 29 novembre 1947 e compirà
passi per realizzare l'unità economica di tutte le parti di Eretz
Israel.
Facciamo
appello alle Nazioni Unite affinché assistano il popolo ebraico
nella costruzione del suo Stato e accolgano lo Stato ebraico nella
famiglia delle nazioni. Facciamo appello - nel mezzo dell'attacco che
ci viene sferrato contro da mesi - ai cittadini arabi dello Stato di
Israele affinché mantengano la pace e partecipino alla costruzione
dello Stato sulla base della piena e uguale cittadinanza e della
rappresentanza appropriata in tutte le sue istituzioni provvisorie e
permanenti.
Tendiamo
una mano di pace e di buon vicinato a tutti gli Stati vicini e ai
loro popoli, e facciamo loro appello affinché stabiliscano legami di
collaborazione e di aiuto reciproco col sovrano popolo ebraico
stabilito nella sua terra. Lo Stato d'Israele è pronto a compiere la
sua parte in uno sforzo comune per il progresso del Medio Oriente
intero.
Facciamo
appello al popolo ebraico dovunque nella Diaspora affinché si
raccolga intorno alla comunità ebraica di Eretz Israel e la sostenga
nello sforzo dell'immigrazione e della costruzione e la assista nella
grande impresa per la realizzazione dell'antica aspirazione: la
redenzione di Israele.
Confidando
nell'Onnipotente, noi firmiamo questa Dichiarazione in questa
sessione del Consiglio di Stato provvisorio, sul suolo della patria,
nella città di Tel Aviv, oggi, vigilia di sabato 5 Iyar 5708, 14
maggio 1948. “
La
Dichiarazione in originale è visibile alla Indipendence Hall di Tel
Aviv.
Otto
ore dopo la dichiarazione di indipendenza, quindi con uno Stato
neonato e spaesato, gli eserciti di Egitto, Iraq, Libano, Siria,
Transgiordania, Yemen e Arabia Saudita invasero il territorio legale
di Israele. Alla vigilia dell’invasione panaraba, ‘Abd al-Rahman
Azzam Pascià, segretario generale della Lega araba, dichiarò che si
sarebbe trattato di una guerra di sterminio, di un terribile
massacro, paragonabile alle stragi mongole e alle Crociate. E una
settimana prima dell’invasione, incontrando ad Amman un
rappresentante britannico, Azzam Pascià aveva affermato: "Non
importa quanti siano gli ebrei. Li ributteremo a mare" (Shlaim,
1988, p.227).
Fu
così l’inizio della prima guerra arabo-israeliana, per Israele una
vera e propria guerra d’indipendenza: "agli arabi di Palestina
premeva di più non avere uno Stato ebraico che averne uno
arabo-palestinese" (A. De Rosa, 1989, p.335)
L'inno
nazionale
dello Stato di Israele è "Ha-Tikva"
(La Speranza), scritto da Naftali Herz Imber (1856/1909), sionista e
poeta ebreo di origine galiziana, sulla melodia di una canzona
popolare europea ripresa dal compositore ceco Smetana Bedrich nel suo
poema sinfonico "Mà vlast", "La mia patria". Nel
1933, Ha-Tikva" venne scelta come inno del Movimento Sionista e,
dopo la fondazione dello Stato di Israele, mantenuta come inno
nazionale, ma riconosciuta ufficialmente dallo Knesset solo nel 2004.
http://www.youtube.com/watch?v=NjfFpFW9OdA
Gli auguri di Shimon Peres https://www.youtube.com/watch?v=UKZsD9vfVk8
e di B. Netanyahu per i 66 anni di Israele
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