E' il 25 aprile, 70 anni dalla Liberazione dell'Italia dal Nazifascismo.
Nel mio titolo ho voluto riprendere quello di un libro recentemente
letto (e spero non me ne voglia l'autore, Primo Fornaciari).
L'incipit del
libro è lasciato alle parole di Hanoch Bartov uno di quei ragazzi, oggi
scrittore, " Non eravamo nè santi nè nobili cavalieri. Eravamo semplici ragazzi
venuti d Israele, capimmo che eravamo lì per gli altri ebrei perseguitati
d'Europa e che semplicemente dovevamo fare qualcosa per loro"
Chi erano questi
"palestinesi", questi ragazzi che provenivano dalla Palestina sotto
mandato britannico?
Erano i ragazzi della Brigata
Ebraica.
Negli ultimi giorni si sono levate voci (ma ci sono
da alcuni anni a questa parte a ridosso di ogni 25 aprile) che vorrebbero l'esclusione della Brigata
Ebraica dalle sfilate del 25 aprile, mentre si vorrebbero accreditare bandiere palestinesi.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: il 25 aprile ricorda la liberazione di Italia
dal nazifascismo ed il rispristino della libertà e della democrazia.
L'unica
bandiera che deve sventolare nelle manifestazioni e nei cortei è la bandiera ITALIANA unitamente alla bandiere delle
formazioni partigiane e di resistenti che contribuirono a tale liberazione.
E certamente la Brigata Ebraica ha pieno titolo di esserci,
la Brigata Ebraica contribui' con le sue azioni, con il sudore e il sangue dei
suoi ragazzi alla liberazione del nostro paese, e ha diritto di manifestare con
le sue bandiere e i suoi vessilli.
Le bandiere palestinesi invece non c'entrano niente.
Hanno
avuto un ruolo nella liberazione di Italia ? no, anzi, per completezza di informazione, occorre
ricordare che il Gan Muftì di Gerusalemme era un forte simpatizzatore del signor
Hitler, proprio il nostro oppressore!
Pertanto non hanno alcuna
legittimazione a sfilare nei cortei del
25 aprile. Chi intende manifestare per la causa palestinese avrà certamente
altre occasioni o potrà indire manifestazioni
ad hoc, ma certamente non puo' arrogarsi il diritto di porre il veto
alla presenza della Brigata Ebraica .
Chi continua a sostenere il contrario dovrebbe entrare in
una biblioteca e prendersi alcuni testi di storia. Studiarla un po' meglio
potrebbe essere illuminante.
Per tornare alla genesi, alla storia dei corpi
combattenti sin da Jabotinski e da Trumpeldor vi rimando all'importante ed
esaustiva opera dell'Associazione Amici della Brigata Ebraica Origine della Brigata Ebraica
La Brigata Ebraica fu
costituita nel 1944, dopo una lunghissima trattativa tra le Autorità ebraiche
in Palestina e il Governo britannico mandatario su quell'area. La Brigata
Ebraica era formata da ebrei che provenivano dalla Palestina, dalle Terre che
poi di li a pochi anni sarebbero diventate Israele, ai quali si aggiunsero
ebrei provenienti da Paesi soggetti al controllo inglese, come Canada,
Sudafrica ed Australia ed altri provenienti dalla Russia e dalla Polonia.
Il
brigadiere generale canadese Ernest Frank Benjamin fu nominato Comandante della
Brigata.
Dopo un breve
addestramento in Egitto, la Brigata fu inviata sul fronte italiano nel 1944 e
integrata nell'Armata britannica. Insieme al Gruppo di Combattimento
"Friuli", fu protagonista dello
sfondamento della famosa Linea Gotica nella vallata del Senio. La
Brigata ebbe la propria bandiera, bianco e azzurra con la Stella di Davide al
centro, che sarebbe diventata la bandiera del futuro Stato di Israele.
La Brigata combatté con le proprie
insegne a fianco di unità militari italiane e polacche, molti gli
episodi dove fu protagonista.
In tutto la Brigata Ebraica combatté in Italia fino al 25
aprile 1945.
La Brigata si sciolse nel 1946 e i circa 9.000 soldati, che ne
fecero parte, tornarono in Israele e furono determinanti per la costituzione del futuro
esercito di Israele presto
chiamato a doversi difendere nelle prime guerre che dovette sostenere.
Per approfondire il contributo della Brigata Ebraica alla
liberazione di Italia riporto il seguente testo reperito qui http://www.brigataebraica.org/italiano/ilcontributo.html sul sito dell'associazione amici della
Brigata Ebraica
Di Rav Luciano Caro
Rabbino capo della comunità ebraica di Ferrara e delle Romagne
(Tratto dal libro “La Brigata Ebraica – fronte del Senio 1945” di Romano Rossi,
per gentile concessione dell’autore)
La Brigata Ebraica, costituita da volontari
ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto Mandato britannico, fu
istituita da Churchill, d'accordo col Presidente americano Roosevelt, nel
settembre del 1944, aderendo con una certa riluttanza alle molteplici richieste
dell'Agenzia Ebraica che, fino dal settembre del 1939, aveva offerto l'appoggio
della Comunità ebraica di Erez Israel allo sforzo bellico degli alleati.
Il 29 agosto del 1939, due giorni prima
dell'invasione tedesca della Polonia, atto d'inizio della II Guerra Mondiale,
Chaim Weizmann, leader del Movimento Sionista, comunicava al Governo
britannico, che, nell'imminenza di un conflitto con la Germania, gli Ebrei di
Palestina avrebbero collaborato attivamente con la Gran Bretagna.
L'Inghilterra non era particolarmente
entusiasta dell'offerta ebraica sia per non suscitare reazioni del mondo arabo,
sia per precludere una possibile futura richiesta ebraica di dare vita ad uno
Stato ebraico in Palestina.
Ma, nonostante la fredda risposta britannica,
su una popolazione ebraica residente in Palestina di circa 550 mila persone, 30
mila tra uomini e donne si presentarono alle autorità inglesi come volontari.
Nel 1941, pressato dagli eventi bellici, il
comando militare britannico del Medio Oriente, diffuse un appello per un
reclutamento individuale. Si presentarono volontari arabi ed ebrei che furono
inseriti nelle varie unità dell'esercito inglese, più tardi entrate nel
Palestine Regiment. Furono anche costituite piccole unità ausiliarie composte
da personale specializzato per essere impiegate in caso di necessità.
Tali compagnie (PLUGOT) , composte di circa
250 elementi ciascuna, comprendevano originariamente arabi ed ebrei, ma, per le
difficoltà di coesistenza tra i due gruppi e per l'alto numero di diserzioni
arabe, finirono per essere costituite solo da personale ebraico. I membri delle
PLUGOT godevano di una certa libertà di movimento ed erano connotati dalla
dicitura "PALESTINE" sulle spalline della divisa. Elementi
appartenenti alle PLUGOT giunsero in Italia nel corso degli sbarchi alleati; le PLUGOT non vanno confuse con la Brigata ebraica che
si formò solo nel novembre del '44.
E' interessante notare che la notizia della costituzione di una unità
combattente ebraica (per la prima volta dopo circa 20 secoli!) suscitò la
scomposta reazione della propaganda tedesca a cui si unì quella della
Repubblica di Salò.
Con rabbia e sarcasmo le emittenti tedesche
criticavano Churchill per aver permesso "ai giudei di avventarsi come cani idrofobi contro il popolo
germanico.....Il popolo inglese si è abbassato fino al punto di sguinzagliare
la sanguinaria brigata giudaica".
I componenti della Plugot erano generalmente
molto motivati in quanto provenienti dai Kibuzim e dalla Haganà (organizzazione
militare preposta alla difesa della popolazione ebraica in Palestina), si
attivarono per ridar vita alle Comunità ebraiche sconvolte dalla guerra. Si erano
arruolati non solo per combattere
i tedeschi, ma anche per portare soccorso a quanti erano scampati alle
persecuzioni oltre che per diffondere l'idea sionistica quale soluzione ai problemi degli ebrei della
diaspora.
Al termine del conflitto si prodigarono nella
riorganizzazione delle Comunità ebraiche curando soprattutto il settore
giovanile e in primo luogo la riapertura delle scuole e l'istituzione di centri
culturali e sociali.
Si distinsero anche nelle attività
assistenziali rivolte ai numerosi profughi non italiani. A sbarcare per prima
in Italia, più precisamente in Sicilia nell'agosto del '43, fu una piccola
unità addetta a un deposito cartografico (20° Map Depot). Ai suoi componenti fu
riferito che in Italia nessun ebreo era sopravvissuto alle deportazioni. Ma
nessuno li aveva informati che, per quanto attiene alla Sicilia, la presenza
ebraica era da secoli insignificante. Nel settembre del '43, sbarcò a Salerno
un distaccamento della 148° compagnia "autocisterne - acqua" che si
distinse nel compito di rifornire d'acqua la popolazione napoletana e nel
prestare aiuto agli ebrei della città. Altre compagnie autotrasporti giunsero
nei giorni successivi. In ottobre, membri di queste compagnie incontrarono
gruppi di ebrei Jugoslavi giunti fortunosamente sulle spiagge meridionali
italiane. Fu questo il primo commovente incontro tra militari ebrei e profughi
scampati ai lager nazisti.Nel novembre del '43 sbarcava a Taranto la 1a
compagnia Genio (mimetizzazione), specializzata nel realizzare finte strutture
militari per ingannare i comandi tedeschi.
I suoi membri si distinsero per aver saputo
escogitare brillanti soluzioni per raggiungere lo scopo.
I membri delle PLUGOT sparsi nel territorio
liberato dai tedeschi ammontavano a più di tremila uomini. Allo scopo di
coordinare l'attività delle varie Compagnie nell'opera di soccorso ai profughi
ebrei che stavano affluendo nell'Italia meridionale, venne costituito a Bari un
"Centro profughi". Con la liberazione di Roma (giugno '44) questo fu
trasferito nella capitale. Il 15 luglio, nell'Oratorio di V.Balbo si tenne un
incontro al quale presero parte rappresentanti delle varie unità militari e il
Rabbino dell'VIII armata inglese.
Furono affrontati i gravi problemi della
Comunità Ebraica di Roma. Successivamente altri centri operativi furono
istituiti a Ancona, Fano, Faenza, Ravenna, Firenze, Arezzo, e Siena.
Dopo la liberazione, centri analoghi furono
costituiti in varie città dell'Italia settentrionale.Tra le attività
finalizzate al recupero dei giovani scampati alla Shoà, vennero istituiti
centri di preparazione professionale (Hakhsharot), per quanti fossero
interessati a "salire" in Terra d'Israele. Si trattava di centri
agricoli sul modello del Kibbuz. Le prime strutture di questo genere sorsero a
Bari (1944) per accogliere profughi iugoslavi e giovani cecoslovacchi e, poco
più tardi, nei pressi di Foggia.
Nell'opera di soccorso e specialmente nel
campo dell'assistenza sanitaria, si distinsero ausiliarie femminili sbarcate a
Taranto nel maggio del '44.
L'attività dei militari ebrei nell'opera di
ricostruzione morale e materiale delle comunità ebraiche delle città via via
liberate è stata veramente meritoria.
Le Comunità erano in stato disastroso. Ai
sopravvissuti, sbigottiti dall'immane tragedia che li aveva colpiti, i giovani
militari ebrei infusero incoraggiamento, entusiasmo e voglia di vivere.
L'incontro con militari le cui insegne recavano il simbolo ebraico della stella
a sei punte, fu per gli scampati, motivo di emozione e di orgoglio.
Si devono ai giovani militari i primi
provvedimenti per la riattivazione delle istituzioni comunitarie a cominciare
dalla registrazione degli ebrei presenti , dalla riapertura delle scuole e con
la riattivazione della DELASEM (Delegazione Assistenza Emigrati), benemerita
organizzazione per l'assistenza ai profughi.
Allo scopo di preparare istruttori in grado di
risollevare le Comunità ebraiche del Centro e del Nord Italia, furono
organizzati a Roma appositi Seminari.
Lo stesso personale fu anche impiegato per dar
vita, come si è detto, alle Haksharot, centri predisposti per avviare i giovani
alla Terra dei Padri soprattutto per colonizzare zone incolte del deserto. Ne
furono istituite nei pressi di Roma, Firenze, Livorno e Ancona.
I soldati delle Compagnie, per provvedere alle
necessità dei sopravvissuti, collaborarono con l'American Joint Committee e
l'UNRRA e spesso non esitarono a prelevare disinvoltamente materiale dai
magazzini militari inglesi.
Molti ricordano ancora di aver frequentato la
scuola riaperta dai militari a Firenze nei locali attigui alla sinagoga di via
Farini. Altre scuole furono aperte a Livorno e a Siena.
Le varie PLUGOT chiesero più volte invano di
essere incorporate nei ranghi della Brigata ebraica combattente. Solo tre
Compagnie furono accettate perchè ritenute indispensabili a completare i ranghi
della Brigata.
Tra le attività delle PLUGOT, va ricordata
l'opera di una compagnia del Genio, la 745a, composta da membri del Solèl Bonè
(impresa edile della confederazione dei lavoratori di Erez Israel). Questa
riuscì, in tempi brevi, a riattivare un ponte sul Po, nei pressi di Lagoscuro.
Il ponte era stato distrutto dai tedeschi in ritirata e la sua ricostruzione
permise ai carri americani di irrompere nella Pianura Padana.
A fine maggio del 1945, le Compagnie Genieri e
Trasporti furono trasferite nel nord Italia e si prodigarono per riattivare le
comunità ebraiche di Milano, Trieste, Venezia, Padova e Torino. I loro membri
collaborarono con il centro di coordinamento per l'assistenza istituito a
Milano in via Unione e all'istituzione di Hakhsarot a Brivio e Ceriano Laghetto
nei pressi del Lago di Como.
Le attività belliche della Brigata Ebraica
durarono circa sette settimane, ma l'azione delle PLUGOT si protrasse molto più
a lungo. Poi le Compagnie furono smobilitate e iniziò il rimpatrio dei soldati.
Ma alcuni restarono in Italia come civili per proseguire l'opera di sostegno e
soccorso ai sopravvissuti.
Non va sottaciuto che le attività della
Brigata e delle PLUGOT sono state una scuola di guerra per coloro che entrarono
a far parte dell'esercito del nuovo Stato d' Israele. E' giusto quanto afferma
Romano Rossi che " la Brigata Ebraica divenne la struttura portante delle
nascenti forze armate israeliane".
Ai membri della Brigata Ebraica e delle
PLUGOT, va la riconoscenza della comunità ebraica italiana e delle migliaia di
profughi assistiti durante la loro permanenza nella Penisola.
Interessante e importante anche il
contributo Il contributo femminile alla Brigata Ebraica contributofemminile
Hanoch
Bartov, continua" Ci sentivamo diversi
dagli ebrei della diaspora, dai nostri fratelli appena immigrati dall’Europa. Ma poi, l’aver militato nella Brigata
Ebraica, durante la seconda guerra mondiale, mi ha fatto incontrare la realtà
dell’Olocausto, ed è stato uno shock incontrare i sopravvissuti in Europa, o
come si chiamavano in ebraico, “shearit hapleta”, gli sfollati.
Il mio modo di pensare è cambiato. Ho capito
che appartenevamo alla stessa nazione. Mi ricordo come in quei mesi abbiamo
cercato, noi soldati della Brigata, i nostri parenti che forse erano
sopravvissuti all’Olocausto. Ricordo ancora il nostro commovente incontro con i
sopravvissuti. Certo, alcuni di noi sostennero propositi di vendetta, ammazzare
nazisti e SS. Si discusse, ricordo, di queste cose.
Ma alla fine decidemmo che la vittoria, e la
vittoria dell’idea sionista, sarebbe stata la miglior vendetta contro chi aveva
tentato di distruggerci "
Testimonianza dello scrittore Hanoch Bartov
(sempre da www.brigataebraica.org)
Buon 25 aprile a tutti, con il ricordo di tutti i caduti per la libertà e la democrazia.
Io sono di Alba, quella città che "Alba la presero in duemila il 10 ottobre, e la persero in duecento il 2 novembre 1944" (Fenoglio, I 23 giorni della città di Alba), ho conosciuto partigiani, anche con il numero tatuato sull'avambraccio perchè la loro fede nella libertà era piu' forte del giogo del nazista o perchè non si piegarono alle leggi razziali e non denunciarono il vicino di casa in quanto ebreo.
Oggi è giornata di ricordo, di memoria. Non di polemiche sterili e pretestuose.
Alziamo la bandiera dell'Italia e di chi supportò e aiutò la liberazione di questa nostra Terra.
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