sabato 25 aprile 2015

I ragazzi venuti da Israele - la Brigata Ebraica




E' il 25 aprile, 70 anni dalla Liberazione dell'Italia dal Nazifascismo.
Nel mio titolo ho voluto riprendere quello di un libro recentemente letto (e spero non me ne voglia l'autore, Primo Fornaciari).
 L'incipit del libro è lasciato alle parole di Hanoch Bartov uno di quei ragazzi, oggi scrittore, " Non eravamo nè santi nè nobili cavalieri. Eravamo semplici ragazzi venuti d Israele, capimmo che eravamo lì per gli altri ebrei perseguitati d'Europa e che semplicemente dovevamo fare qualcosa per loro"

 Chi erano questi "palestinesi", questi ragazzi che provenivano dalla Palestina sotto mandato britannico?
Erano i ragazzi della Brigata Ebraica.

Negli ultimi giorni  si sono levate voci (ma ci sono da alcuni anni a questa parte a ridosso di ogni 25 aprile)  che vorrebbero l'esclusione della Brigata Ebraica dalle sfilate del 25 aprile, mentre si vorrebbero accreditare bandiere palestinesi.

Sgombriamo subito il campo da equivoci:  il 25 aprile ricorda la liberazione di Italia dal nazifascismo ed il rispristino della libertà e della democrazia
L'unica bandiera che deve sventolare nelle manifestazioni e nei cortei è la bandiera ITALIANA  unitamente alla bandiere delle formazioni partigiane e di resistenti che contribuirono a tale liberazione.
E certamente la Brigata Ebraica ha pieno titolo di esserci, la Brigata Ebraica contribui' con le sue azioni, con il sudore e il sangue dei suoi ragazzi alla liberazione del nostro paese, e ha diritto di manifestare con le sue bandiere e i suoi vessilli. 

Le bandiere palestinesi invece non c'entrano niente. 
Hanno avuto un ruolo nella liberazione di Italia ? no, anzi, per completezza di informazione, occorre ricordare che il Gan Muftì di Gerusalemme era un forte simpatizzatore del signor Hitler, proprio il nostro oppressore!
 Pertanto non hanno alcuna legittimazione a sfilare  nei cortei del 25 aprile. Chi intende manifestare per la causa palestinese avrà certamente altre occasioni o potrà indire manifestazioni  ad hoc, ma certamente non puo' arrogarsi il diritto di porre il veto alla presenza della Brigata Ebraica .
Chi continua a sostenere il contrario dovrebbe entrare in una biblioteca e prendersi alcuni testi di storia. Studiarla un po' meglio potrebbe essere illuminante.


Per tornare alla genesi, alla storia dei corpi combattenti sin da Jabotinski e da Trumpeldor vi rimando all'importante ed esaustiva opera dell'Associazione Amici della Brigata Ebraica    Origine della Brigata Ebraica

La Brigata Ebraica fu costituita nel 1944, dopo una lunghissima trattativa tra le Autorità ebraiche in Palestina e il Governo britannico mandatario su quell'area. La Brigata Ebraica era formata da ebrei che provenivano dalla Palestina, dalle Terre che poi di li a pochi anni sarebbero diventate Israele, ai quali si aggiunsero ebrei provenienti da Paesi soggetti al controllo inglese, come Canada, Sudafrica ed Australia ed altri provenienti dalla Russia e dalla Polonia.
 Il brigadiere generale canadese Ernest Frank Benjamin fu nominato Comandante della Brigata.
 Dopo un breve addestramento in Egitto, la Brigata fu inviata sul fronte italiano nel 1944 e integrata nell'Armata britannica. Insieme al Gruppo di Combattimento "Friuli", fu protagonista dello sfondamento della famosa Linea Gotica nella vallata del Senio. La Brigata ebbe la propria bandiera, bianco e azzurra con la Stella di Davide al centro, che sarebbe diventata la bandiera del futuro Stato di Israele.
In tutto la Brigata Ebraica combatté in Italia fino al 25 aprile 1945.

La Brigata si sciolse nel 1946 e i circa 9.000 soldati, che ne fecero parte, tornarono in Israele e furono determinanti per la costituzione del futuro esercito di Israele presto chiamato a doversi difendere nelle prime guerre che dovette sostenere.

Per approfondire il contributo della Brigata Ebraica alla liberazione di Italia riporto il seguente testo reperito  qui  http://www.brigataebraica.org/italiano/ilcontributo.html   sul sito dell'associazione amici della Brigata Ebraica


Di Rav Luciano Caro

Rabbino capo della comunità ebraica di Ferrara e delle Romagne
(Tratto dal libro “La Brigata Ebraica – fronte del Senio 1945” di Romano Rossi, per gentile concessione dell’autore)
La Brigata Ebraica, costituita da volontari ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto Mandato britannico, fu istituita da Churchill, d'accordo col Presidente americano Roosevelt, nel settembre del 1944, aderendo con una certa riluttanza alle molteplici richieste dell'Agenzia Ebraica che, fino dal settembre del 1939, aveva offerto l'appoggio della Comunità ebraica di Erez Israel allo sforzo bellico degli alleati.
Il 29 agosto del 1939, due giorni prima dell'invasione tedesca della Polonia, atto d'inizio della II Guerra Mondiale, Chaim Weizmann, leader del Movimento Sionista, comunicava al Governo britannico, che, nell'imminenza di un conflitto con la Germania, gli Ebrei di Palestina avrebbero collaborato attivamente con la Gran Bretagna.
L'Inghilterra non era particolarmente entusiasta dell'offerta ebraica sia per non suscitare reazioni del mondo arabo, sia per precludere una possibile futura richiesta ebraica di dare vita ad uno Stato ebraico in Palestina.
Ma, nonostante la fredda risposta britannica, su una popolazione ebraica residente in Palestina di circa 550 mila persone, 30 mila tra uomini e donne si presentarono alle autorità inglesi come volontari.
Nel 1941, pressato dagli eventi bellici, il comando militare britannico del Medio Oriente, diffuse un appello per un reclutamento individuale. Si presentarono volontari arabi ed ebrei che furono inseriti nelle varie unità dell'esercito inglese, più tardi entrate nel Palestine Regiment. Furono anche costituite piccole unità ausiliarie composte da personale specializzato per essere impiegate in caso di necessità.
Tali compagnie (PLUGOT) , composte di circa 250 elementi ciascuna, comprendevano originariamente arabi ed ebrei, ma, per le difficoltà di coesistenza tra i due gruppi e per l'alto numero di diserzioni arabe, finirono per essere costituite solo da personale ebraico. I membri delle PLUGOT godevano di una certa libertà di movimento ed erano connotati dalla dicitura "PALESTINE" sulle spalline della divisa. Elementi appartenenti alle PLUGOT giunsero in Italia nel corso degli sbarchi alleati; le PLUGOT non vanno confuse con la Brigata ebraica che si formò solo nel novembre del '44. E' interessante notare che la notizia della costituzione di una unità combattente ebraica (per la prima volta dopo circa 20 secoli!) suscitò la scomposta reazione della propaganda tedesca a cui si unì quella della Repubblica di Salò. 
Con rabbia e sarcasmo le emittenti tedesche criticavano Churchill per aver permesso "ai giudei di avventarsi come cani idrofobi contro il popolo germanico.....Il popolo inglese si è abbassato fino al punto di sguinzagliare la sanguinaria brigata giudaica".
I componenti della Plugot erano generalmente molto motivati in quanto provenienti dai Kibuzim e dalla Haganà (organizzazione militare preposta alla difesa della popolazione ebraica in Palestina), si attivarono per ridar vita alle Comunità ebraiche sconvolte dalla guerra. Si erano arruolati non solo per combattere i tedeschi, ma anche per portare soccorso a quanti erano scampati alle persecuzioni oltre che per diffondere l'idea sionistica quale soluzione ai problemi degli ebrei della diaspora. 
Al termine del conflitto si prodigarono nella riorganizzazione delle Comunità ebraiche curando soprattutto il settore giovanile e in primo luogo la riapertura delle scuole e l'istituzione di centri culturali e sociali. 
Si distinsero anche nelle attività assistenziali rivolte ai numerosi profughi non italiani. A sbarcare per prima in Italia, più precisamente in Sicilia nell'agosto del '43, fu una piccola unità addetta a un deposito cartografico (20° Map Depot). Ai suoi componenti fu riferito che in Italia nessun ebreo era sopravvissuto alle deportazioni. Ma nessuno li aveva informati che, per quanto attiene alla Sicilia, la presenza ebraica era da secoli insignificante. Nel settembre del '43, sbarcò a Salerno un distaccamento della 148° compagnia "autocisterne - acqua" che si distinse nel compito di rifornire d'acqua la popolazione napoletana e nel prestare aiuto agli ebrei della città. Altre compagnie autotrasporti giunsero nei giorni successivi. In ottobre, membri di queste compagnie incontrarono gruppi di ebrei Jugoslavi giunti fortunosamente sulle spiagge meridionali italiane. Fu questo il primo commovente incontro tra militari ebrei e profughi scampati ai lager nazisti.Nel novembre del '43 sbarcava a Taranto la 1a compagnia Genio (mimetizzazione), specializzata nel realizzare finte strutture militari per ingannare i comandi tedeschi.
I suoi membri si distinsero per aver saputo escogitare brillanti soluzioni per raggiungere lo scopo.
I membri delle PLUGOT sparsi nel territorio liberato dai tedeschi ammontavano a più di tremila uomini. Allo scopo di coordinare l'attività delle varie Compagnie nell'opera di soccorso ai profughi ebrei che stavano affluendo nell'Italia meridionale, venne costituito a Bari un "Centro profughi". Con la liberazione di Roma (giugno '44) questo fu trasferito nella capitale. Il 15 luglio, nell'Oratorio di V.Balbo si tenne un incontro al quale presero parte rappresentanti delle varie unità militari e il Rabbino dell'VIII armata inglese.
Furono affrontati i gravi problemi della Comunità Ebraica di Roma. Successivamente altri centri operativi furono istituiti a Ancona, Fano, Faenza, Ravenna, Firenze, Arezzo, e Siena.
Dopo la liberazione, centri analoghi furono costituiti in varie città dell'Italia settentrionale.Tra le attività finalizzate al recupero dei giovani scampati alla Shoà, vennero istituiti centri di preparazione professionale (Hakhsharot), per quanti fossero interessati a "salire" in Terra d'Israele. Si trattava di centri agricoli sul modello del Kibbuz. Le prime strutture di questo genere sorsero a Bari (1944) per accogliere profughi iugoslavi e giovani cecoslovacchi e, poco più tardi, nei pressi di Foggia.
Nell'opera di soccorso e specialmente nel campo dell'assistenza sanitaria, si distinsero ausiliarie femminili sbarcate a Taranto nel maggio del '44.
L'attività dei militari ebrei nell'opera di ricostruzione morale e materiale delle comunità ebraiche delle città via via liberate è stata veramente meritoria.
Le Comunità erano in stato disastroso. Ai sopravvissuti, sbigottiti dall'immane tragedia che li aveva colpiti, i giovani militari ebrei infusero incoraggiamento, entusiasmo e voglia di vivere. L'incontro con militari le cui insegne recavano il simbolo ebraico della stella a sei punte, fu per gli scampati, motivo di emozione e di orgoglio.
Si devono ai giovani militari i primi provvedimenti per la riattivazione delle istituzioni comunitarie a cominciare dalla registrazione degli ebrei presenti , dalla riapertura delle scuole e con la riattivazione della DELASEM (Delegazione Assistenza Emigrati), benemerita organizzazione per l'assistenza ai profughi.
Allo scopo di preparare istruttori in grado di risollevare le Comunità ebraiche del Centro e del Nord Italia, furono organizzati a Roma appositi Seminari.
Lo stesso personale fu anche impiegato per dar vita, come si è detto, alle Haksharot, centri predisposti per avviare i giovani alla Terra dei Padri soprattutto per colonizzare zone incolte del deserto. Ne furono istituite nei pressi di Roma, Firenze, Livorno e Ancona.
I soldati delle Compagnie, per provvedere alle necessità dei sopravvissuti, collaborarono con l'American Joint Committee e l'UNRRA e spesso non esitarono a prelevare disinvoltamente materiale dai magazzini militari inglesi.
Molti ricordano ancora di aver frequentato la scuola riaperta dai militari a Firenze nei locali attigui alla sinagoga di via Farini. Altre scuole furono aperte a Livorno e a Siena.
Le varie PLUGOT chiesero più volte invano di essere incorporate nei ranghi della Brigata ebraica combattente. Solo tre Compagnie furono accettate perchè ritenute indispensabili a completare i ranghi della Brigata.
Tra le attività delle PLUGOT, va ricordata l'opera di una compagnia del Genio, la 745a, composta da membri del Solèl Bonè (impresa edile della confederazione dei lavoratori di Erez Israel). Questa riuscì, in tempi brevi, a riattivare un ponte sul Po, nei pressi di Lagoscuro. Il ponte era stato distrutto dai tedeschi in ritirata e la sua ricostruzione permise ai carri americani di irrompere nella Pianura Padana.
A fine maggio del 1945, le Compagnie Genieri e Trasporti furono trasferite nel nord Italia e si prodigarono per riattivare le comunità ebraiche di Milano, Trieste, Venezia, Padova e Torino. I loro membri collaborarono con il centro di coordinamento per l'assistenza istituito a Milano in via Unione e all'istituzione di Hakhsarot a Brivio e Ceriano Laghetto nei pressi del Lago di Como.
Le attività belliche della Brigata Ebraica durarono circa sette settimane, ma l'azione delle PLUGOT si protrasse molto più a lungo. Poi le Compagnie furono smobilitate e iniziò il rimpatrio dei soldati. Ma alcuni restarono in Italia come civili per proseguire l'opera di sostegno e soccorso ai sopravvissuti.
Non va sottaciuto che le attività della Brigata e delle PLUGOT sono state una scuola di guerra per coloro che entrarono a far parte dell'esercito del nuovo Stato d' Israele. E' giusto quanto afferma Romano Rossi che " la Brigata Ebraica divenne la struttura portante delle nascenti forze armate israeliane".
Ai membri della Brigata Ebraica e delle PLUGOT, va la riconoscenza della comunità ebraica italiana e delle migliaia di profughi assistiti durante la loro permanenza nella Penisola.


Interessante e importante anche il contributo Il contributo femminile alla Brigata Ebraica  contributofemminile




Hanoch Bartov, continua"  Ci sentivamo diversi dagli ebrei della diaspora, dai nostri fratelli appena immigrati dall’Europa.  Ma poi, l’aver militato nella Brigata Ebraica, durante la seconda guerra mondiale, mi ha fatto incontrare la realtà dell’Olocausto, ed è stato uno shock incontrare i sopravvissuti in Europa, o come si chiamavano in ebraico, “shearit hapleta”, gli sfollati. 

Il mio modo di pensare è cambiato. Ho capito che appartenevamo alla stessa nazione. Mi ricordo come in quei mesi abbiamo cercato, noi soldati della Brigata, i nostri parenti che forse erano sopravvissuti all’Olocausto. Ricordo ancora il nostro commovente incontro con i sopravvissuti. Certo, alcuni di noi sostennero propositi di vendetta, ammazzare nazisti e SS. Si discusse, ricordo, di queste cose.
Ma alla fine decidemmo che la vittoria, e la vittoria dell’idea sionista, sarebbe stata la miglior vendetta contro chi aveva tentato di distruggerci "
Testimonianza dello scrittore Hanoch Bartov  (sempre da www.brigataebraica.org)





Buon 25 aprile a tutti, con il ricordo di tutti i caduti per la libertà e la democrazia.
Io sono di Alba, quella città che "Alba la presero in duemila il 10 ottobre, e la persero in duecento il 2 novembre 1944" (Fenoglio, I 23 giorni della città di Alba), ho conosciuto partigiani, anche con il numero tatuato sull'avambraccio perchè la loro fede nella libertà era piu' forte del giogo del nazista o perchè non si piegarono alle leggi razziali e non denunciarono il vicino di casa in quanto ebreo.

Oggi è giornata di ricordo, di memoria. Non di polemiche sterili e pretestuose. 
Alziamo la bandiera dell'Italia e di chi  supportò e aiutò la liberazione di questa nostra Terra.


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