Con lui perdiamo un pezzo di storia, un testimone di anni terribili ma anche un testimone della speranza.
Nato nel 1915 a Livorno, ha studiato presso il Collegio Rabbinico della sua città, Livorno, frequentando al tempo stesso giurisprudenza alla Facoltà di Pisa dove si laurea nel 1938 alla soglia dell'emanazione di quelle leggi razziali che infamano ancor oggi l'Italia.
L'anno successivo completa i suoi studi rabbinici laureandosi in teologia al Collegio rabbinico i Livorno ottenendo il titolo di "rabbino maggiore"
Viene nominato rabbino capo di Ancona dal 1941 al 1943
Dopo l'8 settembre 1943, con la recrudescenza della violenza nazista e le prime deportazioni italiane per i lager, Elio Toaff e la sua famiglia fuggirono in Versilia scampando all'assassinio in casa per l'aiuto del parroco della vicina chiesa che lo salvò avvertendolo dell'agguato, facendolo poi fuggire con l'aiuto di famiglie cattoliche e alterando le generalità sui loro documenti, girovagando tra mille insidie. Più volte Toaff scampò alla morte per mano nazista (in un'occasione scampò ai nazisti rifugiandosi a Città di Castello di cui è cittadino onorario dal 1999). Ha partecipato attivamente alla Resistenza combattendo sui monti e vedendo con i propri occhi le atrocità ai danni di civili inermi.
Anni dopo scrive
Grazie all'insegnamento e all'esempio di mio padre, io imparai a non avere pregiudizi nei confronti dei sacerdoti cattolici, Nel periodo delle leggi razziali e della guerra... furono proprio i preti, quelli più semplici e modesti, che iniziarono generosamente a dimostrare ai perseguitati la loro solidarietà, con i fatti e non con le parole... Fra loro ci fu padre Benedetto nobile e generoso cappuccino, che con incrollabile dedizione riuscì a salvare migliaia di ebrei" |
Dopo la guerra è rabbino di Venezia, dal 1946 al 1951 insegnando anche lingua e lettere ebraiche presso l'Università Ca' Foscari.
Nel 1951 diviene rabbino capo di Roma. Oltre al suo ruolo spirituale, ricopre diverse cariche nella comunità ebraica italiana: presidente della Consulta rabbinica italiana per molti anni, direttore del Collegio rabbinico italiano e dell'istituto superiore di studi ebraici, direttore dell'Annuario di Studi Ebraici. Inoltre è membro dell'Esecutivo della Conferenza dei rabbini europei fin dalla fondazione nel 1957
Nel 1987 pubblica una sua autobiografia: Perfidi giudei, fratelli maggiori (Mondadori, Milano).
Quello con Roma, con la Comunità romana, è certamente un grande amore, che nel corso del tempo è sempre costantemente cresciuto Nel 2001 decide di lasciare il suo posto a capo del rabbinato romano, in questo mezzo secolo Toaff scrive la storia dell’ebraismo italiano.
Tradizionalista, ma riformatore, vicino alla gente, capace di parlare al popolo e sembrare allo stesso tempo un gigante in presenza di presidenti, autorità e Papi. Comunica con il verbo e con il cuore, storico il suo incontro nella sinagoga di Roma con Papa Giovanni Paolo II, incontro simbolo della sua capacità di avvicinare le fedi, a farle dialogare per scrivere insieme un futuro di pace, rispetto e fratellanza
La sua ultima intervista risale al 2010, e la potete trovare qui, per il periodico Shalom.
Da ieri il mondo è un po' piu' povero umanamente e spiritualmente. Questo uomo di statura morale ed etica difficilmente eguagliabile, questo uomo che ha affrontato con l' intera comunita' Ebraica uno dei periodi storici piu' bui per la nostra Nazione, questo uomo che ha sempre lottato per unire piuttosto che dividere, che ha gettato ponti aperti al dialogo, ci ha purtroppo lasciato.
Le mie piu' sentite condoglianze alla famiglia Toaff ed alla Comunita' Ebraica, di Roma e non solo.
Le mie piu' sentite condoglianze alla famiglia Toaff ed alla Comunita' Ebraica, di Roma e non solo.
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