giovedì 30 aprile 2015

Israele all'Expo 2015 di Milano



L’Expo di Milano parte, da domani sarà aperto al pubblico. Il tema della grande kermesse è “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”.

Tra i Padiglioni delle Nazioni, non poteva mancare quello di Israele.

All’interno del Padiglione di Israele, che si sviluppa su di un’area complessiva di 2369 metri quadri,  il visitatore è immerso in un’immediata e potente esperienza visiva che presenta un meraviglioso viaggio nell’ingegneria agricola con uno sguardo verso il domani dell’umanità.

Nel Deuteronomio la promessa che Dio fa al popolo di Israele è di una “terra di grano e orzo, di uva, di fichi e di melograni, una terra di ulivi e datteri”. Rispetto alla Terra Promessa, però, il moderno stato israeliano ha dovuto fare i conti con una limitatezza di risorse che ha spinto verso un approccio innovativo e tecnologico applicato  soprattutto all’agricoltura. E’ questo rapporto, i campi e la tecnologia, che si sviluppa in  “Fields of Tomorrow”, il padiglione dell’Expo targato Israele, presentato nei giorni scorsi a Milano.

ll padiglione è diviso in quattro aree. L’elemento caratterizzante ideato dall’architetto David Knafo è il “giardino verticale”: una parete lunga 70 metri e alta 12 interamente adorna di piante vive, i cui fiori e colori cambieranno con il passare delle stagioni. Un impatto visivo di forte spettacolarità, per dar modo al Paese di affrancarsi dall’immagine di un territorio arido. Il Padiglione infatti racconterà come in “soli 66 anni”, riporta la presentazione, “[Israele] ha trasformato una terra arida con poche risorse naturali in un terreno fertile grazie alla spinta della ricerca”.

Il richiamo alla vegetazione simboleggia la posizione d’avanguardia del Paese nel settore agroalimentare e nella lotta contro la desertificazione. Negli anni sono stati raggiunti dei grandi risultati grazie all’utilizzo di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate, all’ottimizzazione delle risorse idriche e alle opere di bonifica dei terreni incolti.


Il Padiglione è costruito per offrire al visitatore un’esperienza avvolgente divisa in due fasi. Nel primo spazio, attraverso film 3D ed effetti multidirezionali, è illustrata la storia dell’agricoltura israeliana dai suoi inizi al giorno d’oggi. Uno dei film presentati racconta il piano di rimboschimento di Israele portato avanti dal Fondo Nazionale Ebraico (KKL). Nel secondo spazio, una tappezzeria luminosa di led danza in ogni direzione.


Con la cucina a vista, all’interno del ristorante dai vividi colori e dal sottofondo musicale tradizionale, Israele conferma la volontà di stupire con i frutti della terra, la tradizione e l’ingegno.


“Non tutti avranno la possibilità o il tempo di entrare nel nostro Padiglione “ racconta Knafo “ così la nostra idea era di mostrare sin dalla struttura esterna il messaggio che Israele vuole mandare ai paesi presenti: siamo qui, a condividere la nostra conoscenza e aiutarvi a produrre il  vostro cibo”. I 70 metri su cui sorge il campo verticale sono infatti il biglietto da visita di Israele e della sua capacità di unire innovazione, hich tech e agricoltura.

I primi appuntamenti, alcuni di essi per lo meno, sono:
4 maggio: Simposio sulla certificazione kasher, con Rav. Alfonso Arbib, rav Roberto della Rocca , Jacques Fellus, rav. Menachem Genek
7 maggio presso il Padiglione Israele, concerto lirico di Orit Gavriel e Sivan Goldman
14 maggio presso il Padiglione Israele, inaugurazione ColorFood, mostra fotografica ideata dal’artitsa isrealiano Dan Lev e curata da Ilit Engel e con la partecipazione di oltre 30 rinomati chef, israeliani e italiani
14 maggio, presso Università Bocconi, L’alimentazione ebraica come opportunità di business, con rav David Lau rabbino capo di israele, rav Avrhama Haza, Andrea Sironi, Giuliano Pisapia, rav Alfonso Arbib
10 giugno, presentazione del libro La dieta kasher  cura di Rossella Tercatin, con la scrittrice Victoria Acik, Giorgio Mortara, rav Alberto Somekh, Silvio Tedeschi.


La tematica, nutrire il pianeta, non poteva che essere di grande stimolo per una delle eccellenze di Israele, e cioè il KKL , il Keren Kayameth LeIsrael , l’organizzazione ebraica ecologista che sin dai primi del 900 si è occupata di piantare gli alberi nel deserto, di contribuire alla creazione di quel giardino in mezzo al deserto e alla sabbia che è oggi Israele. Israele, grazie all’importante opera del KKL, è tra le nazioni, se non LA nazione, all’avanguardia nella lotta alla desertificazione.
Oggi il KKL non solo presta attenzione alla vegetazione, ma è all’avanguardia in settori come agricoltura, irrigazione e nuove tecnologie.  All’Expo, cui il KKL partecipa per la prima volta, ci sarà una parte interamente dedicata al KKL, ma in  verità gli intrecci tra KKL e tutto cio’ che il Padiglione Israele metterà in mostra sono tante davvero.
Previste conferenze su moltissimi temi  come “L’agricoltura nel deserto” o “Gli alberi di Terra Santa”

“La scarsità delle risorse naturali ha portato il paese a essere un pioniere nell’uso delle tecnologie innovative”, ha dichiarato Elazar Cohen commissario generale dell’Expo per Israele. “Oggi il comparto agricolo è interamente basato sulla tecnologia e riesce a tenere il passo grazie alla rapidità delle innovazioni”.

spot promozionale  Israele all'Expo

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