L’Expo di Milano
parte, da domani sarà aperto al pubblico. Il tema della grande kermesse è “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”.
Tra i Padiglioni
delle Nazioni, non poteva mancare quello di Israele.
All’interno del Padiglione di Israele, che
si sviluppa su di un’area complessiva di 2369 metri quadri, il visitatore
è immerso in un’immediata e potente esperienza visiva che presenta un
meraviglioso viaggio nell’ingegneria agricola con uno sguardo verso il domani
dell’umanità.
Nel Deuteronomio la promessa che Dio fa al popolo di Israele è di
una “terra di grano e orzo, di uva, di fichi e di melograni, una terra di ulivi
e datteri”. Rispetto alla Terra Promessa, però, il moderno stato israeliano ha
dovuto fare i conti con una limitatezza di risorse che ha spinto verso un
approccio innovativo e tecnologico applicato soprattutto all’agricoltura.
E’ questo rapporto, i campi e la tecnologia, che si sviluppa in “Fields of
Tomorrow”, il padiglione dell’Expo targato Israele, presentato nei giorni
scorsi a Milano.
ll padiglione è diviso in quattro aree. L’elemento
caratterizzante ideato dall’architetto David
Knafo è il “giardino verticale”:
una parete lunga 70 metri e alta
12 interamente adorna di piante vive, i cui fiori e colori cambieranno con il passare delle stagioni. Un impatto visivo di forte
spettacolarità, per dar modo al Paese di affrancarsi dall’immagine di un
territorio arido. Il Padiglione infatti racconterà come in “soli 66
anni”, riporta la presentazione,
“[Israele] ha trasformato una terra arida con poche risorse naturali in un
terreno fertile grazie alla spinta della ricerca”.
Il richiamo alla vegetazione simboleggia la posizione d’avanguardia del Paese nel settore agroalimentare e nella
lotta contro la desertificazione.
Negli anni sono stati raggiunti dei grandi risultati grazie all’utilizzo di
soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate, all’ottimizzazione delle
risorse idriche e alle opere di bonifica dei
terreni incolti.
Il Padiglione è costruito per offrire al visitatore un’esperienza avvolgente
divisa in due fasi. Nel primo spazio, attraverso film 3D ed effetti
multidirezionali, è illustrata la storia dell’agricoltura
israeliana dai suoi inizi al giorno d’oggi. Uno dei film presentati racconta il
piano di rimboschimento di Israele portato avanti dal Fondo Nazionale Ebraico
(KKL). Nel secondo spazio, una tappezzeria luminosa di led danza in ogni direzione.
Con la cucina a vista, all’interno del ristorante dai vividi
colori e dal sottofondo musicale tradizionale, Israele conferma la volontà di
stupire con i frutti della terra, la tradizione e l’ingegno.
“Non tutti
avranno la possibilità o il tempo di entrare nel nostro Padiglione “ racconta Knafo “ così la nostra idea era di
mostrare sin dalla struttura esterna il messaggio che Israele vuole mandare ai
paesi presenti: siamo qui, a condividere la nostra conoscenza e aiutarvi a
produrre il vostro cibo”. I 70 metri su
cui sorge il campo verticale sono infatti il biglietto da visita di Israele e
della sua capacità di unire innovazione,
hich tech e agricoltura.
I primi appuntamenti,
alcuni di essi per lo meno, sono:
4 maggio: Simposio sulla certificazione kasher,
con Rav. Alfonso Arbib, rav Roberto della Rocca , Jacques Fellus, rav. Menachem
Genek
7 maggio presso
il Padiglione Israele, concerto lirico
di Orit Gavriel e Sivan Goldman
14 maggio presso
il Padiglione Israele, inaugurazione ColorFood,
mostra fotografica ideata dal’artitsa isrealiano Dan Lev e curata da Ilit Engel
e con la partecipazione di oltre 30 rinomati chef, israeliani e italiani
14 maggio, presso
Università Bocconi, L’alimentazione
ebraica come opportunità di business, con rav David Lau rabbino capo di
israele, rav Avrhama Haza, Andrea Sironi, Giuliano Pisapia, rav Alfonso Arbib
10 giugno,
presentazione del libro La dieta kasher cura di Rossella Tercatin, con la scrittrice
Victoria Acik, Giorgio Mortara, rav Alberto Somekh, Silvio Tedeschi.
La tematica, nutrire il pianeta, non poteva che
essere di grande stimolo per una delle eccellenze di Israele, e cioè il KKL , il Keren Kayameth LeIsrael , l’organizzazione
ebraica ecologista che sin dai primi del 900 si è occupata di piantare gli
alberi nel deserto, di contribuire alla creazione di quel giardino in mezzo al
deserto e alla sabbia che è oggi Israele. Israele, grazie all’importante opera
del KKL, è tra le nazioni, se non LA nazione, all’avanguardia nella lotta alla
desertificazione.
Oggi il KKL non
solo presta attenzione alla vegetazione, ma è all’avanguardia in settori come
agricoltura, irrigazione e nuove tecnologie.
All’Expo, cui il KKL partecipa per la prima volta, ci sarà una parte
interamente dedicata al KKL, ma in
verità gli intrecci tra KKL e tutto cio’ che il Padiglione Israele
metterà in mostra sono tante davvero.
Previste conferenze
su moltissimi temi come “L’agricoltura
nel deserto” o “Gli alberi di Terra Santa”
“La scarsità delle risorse naturali ha portato il paese a
essere un pioniere nell’uso delle tecnologie innovative”, ha dichiarato Elazar
Cohen commissario generale dell’Expo per Israele. “Oggi il comparto agricolo è
interamente basato sulla tecnologia e riesce a tenere il passo grazie alla
rapidità delle innovazioni”.
spot promozionale Israele all'Expo
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