Nel 1961 il grande compositore russo Šostakovič scrisse
la Sinfonia
n. 13 in si bemolle minore (Op.
113, Babij Jar) in
memoria degli ebrei trucidati a Babij Jar appunto (“il burrone della nonna”, 33 mila
ebrei trucidati in due soli giorni).
Subito il governo sovietico, con cui già il compositore aveva
dei “problemi”, lo riprese facendo notare che durante la guerra morirono anche
molti russi non ebrei. La risposta di Šostakovič fu “è vero, è certamente vero, ma io ho scritto quest’opera per
ricordare gli ebrei”
Perché riporto questo piccolo aneddoto?
Perché ad ogni giorno della Memoria,
sento da piu’ parti frasi del tipo “ci sono stati anche altri eccidi nella
storia, perché ricordare solo il genocidio ebraico?”
E la risposta è come quella del
compositore russo: certamente ci sono stati altri eccidi, ma oggi, il 27
gennaio, si ricorda la Shoà, la catastrofe del popolo ebraico e di altri gruppi
di persone invise al nazismo (omosessuali, zingari, dissidenti politici,
testimoni di Geova). Se vogliamo istituire la giornata della Memoria anche per
altri popoli ben venga, ma il 27 gennaio è la memoria della Shoà, di quel
preciso fatto storico, non di altri.
Il Giorno della Memoria cade il
27 gennaio di ogni anno, da quando è stato
designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria.
Si è scelto il 27 gennaio poiché proprio in quel giorno,
nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di
Auschiwitz.
La macchina nazista mise in piede un
portentoso piano di guerra: la Shoà ha
un elemento unico all’interno delle chiaramente tristi e denigrabili stragi di altri
popoli, ed è la predeterminazione a tavolino della eliminazione di un popolo,
il freddo calcolare e pianificare la distruzione dell’intero popolo ebraico. I
nazisti non limitarono l’uccisione di ebrei a quelli tra costoro che avevano
nazionalità tedesca o che facessero parte di un partito opposto a quello
nazista., né limitarono l’uccisione a coloro che fossero di religione ebraica.
Infatti per godere del triste privilegio di essere perseguitati e deportati
bastava avere un nonno ebreo. Molte
persone furono deportate nei ghetti e poi nei campi senza che neppure fossero a
conoscenza di avere un quarto di sangue ebraico..(evidentemente erano persone
contaminate nella loro purezza e pertanto da …eliminare comunque)
La Shoà fu organizzata e portata a
termine dal nazismo (ma non solo!)
mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che
coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno
sviluppo progressivo, iniziò nel 1933
la segregazione degli ebrei tedeschi, e proseguì, sempre piu’ dura e
violenta (ricordiamo la Notte dei Cristalli a Berlino..) estendendosi a tutta l'Europa occupata dai
nazisti e culminò con il programma denominato “soluzione finale”, cioè
l’eliminazione fisica tramite camere a gas.
Fa tremare i polsi anche solo scriverne…è
talmente agghiacciante che pare impossibile. Ma è, è stato.
L'annientamento degli ebrei in questa
follia portata avanti sistematicamente dal nazismo non trova nella storia altri
esempi a cui possa essere paragonato e per le sue dimensioni e per le
caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dal nazismo.
Prendiamo il genocidio dei pellerossa,
dei nativi americani. Certamente morirono milioni di persone e certamente
abbiamo il dovere morale di ricordarle, ma la loro uccisione non venne
deliberata a tavolino come finalità principale di un certo tipo di politica, i
nativi americani morirono a causa dei colonizzatori, ma come conseguenza di
guerre di conquista, perdita del loro ambiente, cambio dello stile di vita e
soprattutto malattie, non per proposito deliberato, per programma deliberato di
eliminazione.
Ecco pertanto la unicità della Shoà, la
triste unicità.
La Shoà non è tuttavia responsabilità
unica del nazismo, poiché in quasi ogni nazione europea vi furono
collaborazionisti.
Vedasi a Parigi il grande rastrellamento
del velodromo di inverno avvenuta nel luglio 1942 ad opera della polizia francese che imprigionò in due soli
giorni oltre 13.000 ebrei parigini (per poi farli deportare nei lager). Molte
altre nazioni si mostrarono quanto mai solerti nel rastrellare e spesso
massacrare i loro cittadini ebrei, anzi..ebrei non piu’ cittadini (Ucraina,
Romania e via dicendo)
Ma anche in Italia la situazione fu
terribile: le leggi razziali italiane del 1938 impietosamente distinguevano tra
cittadini di serie A e cittadini di serie B, cui vennero tolti diritti civili e
politici. Seguirono dal 1943 in poi i rastrellamenti di italiani ebrei. Cosa fecero gli italiani non ebrei?
Guardarono..accettarono (non tutti, ma molti, moltissimi).
Gli Usa, la GB la Russia, il Vaticano, chiusero
gli occhi.
Voltarsi
di fronte ad un crimini rende complici di quel crimine.
Ma oggi raggiungiamo oggi vette di
assoluta degenerazione storica: le stesse persone che onorano la memoria dei 6
milioni di ebrei sterminati, che domani saranno commossi e pronti a battersi il
petto dicendo “mai piu’”, accusano al contempo
gli ebrei vivi di genocidio..e solitamente non sono ben viste le
bandiere israeliane in queste commemorazioni dove al contrario spesso sbucano
fuori bandiere inneggianti alla libertà della Palestina.
Premesso che il giorno della memoria non
ha nulla a che vedere con le rivendicazioni –giuste o sbagliate che siano- di
militanti pro Palestina, basta fare un rapido conteggio dei palestinesi oggi
presenti al mondo per capire che non è in atto nessun genocidio, se
consideriamo gli arabi palestinesi che alla proclamazione dello stato di
Israele scelsero di andarsene divenendo rifugiati e il numero oggi di rifugiati
(figli dei figli…perché come saprete, caso unico nel genere, la qualità di
rifugiato palestinese passa in eredità) vediamo che sono divenuti circa 7
milioni!
I rifugiati palestinesi aumentano e qualcuno dice che è in atto il loro
genocidio? I pellerossa hanno subito un
genocidio..infatti oggi ve sono pochi individui, gli armeni hanno subito un
genocidio, infatti il loro numero è diminuito e oggi si attesta a soli 8
milioni al mondo, gli ebrei hanno subito un genocidio, infatti gli ebrei in
Europa e Russia si stimavano in circa 9.500.000 nel 1933 e scesero nel
1945 a circa 3 milioni . Dove sono finiti? Emigrati no, se non in minima parte poiché ad
un certo momento Usa e Svizzera chiusero
le frontiere, e nella Palestina del Mandato Britannico vigeva il Libro Bianco
ossia non era consentita l’immigrazione da parte di ebrei, se non in numero
prestabilito ed esiguo.
Chiunque paragoni le guerre di difesa
dello Stato di Israele a un genocidio contro la popolazione palestinese sta
mistificando alla grande la verità storica e politica.
Qualcuno, quest’anno, ha addirittura “inventato” il “Giorno della
memoria antisionista” con una
antistoricità unica nel genere.
Dovremmo ricordare e commemorare i morti
della Shoà denunciando lo Stato
sionista, cioè Israele?
La logica inizia a sbriciolarsi sotto il
peso dell’ignoranza, ignoranza storica e ideologica. Il sionismo paragonato al nazismo? Solo chi non conosce né l’uno né l’altro puo’
arrivare a tale assurdità. Il nazismo è
una ideologia che intende(va) imporre un nuovo ordine ad una Nazione (avendo
tra l’altro anche manie di espansionismo) basato su totalitarismo, xenofobia e
razzismo. Teorizzava e auspicava una “razza nuova”, pura, nordica, superiore.
Gli altri da eliminare
Nulla di tutto cio’ appartiene al
sionismo, che è invece ideologia di aspirazione ad una propria terra, alla
ricostituzione di una propria Nazione, non ha elementi xenofobi, razzisti né
totalitari.
Lascio alle parole di Martin Luther King
la spiegazione di “sionismo”. Il pastore americano scrisse una “lettera ad un
amico antisionista” affrontando proprio questo tema.
Estratto da “Letter to an Anti-Zionist
Friend”, di Martin Luther King
“(…) Tu dichiari, amico mio, che tu non
odii affatto gli Ebrei, che tu sei solamente anti-sionista. Per questo dico che
la verità risiede sulla cima della montagna, e che i suoi echi risuonano nelle
verdi vallate della terra di Dio. Quando le persone criticano il sionismo, esse
pensano agli Ebrei, e questa è la verità di Dio.
L’antisemitismo, l’odio nei confronti
del popolo ebraico, è stata e rimane una macchia sull’anima dell’umanità. Siamo
pienamente convinti su questo punto. E, di conseguenza, sappiamo anche
questo: anti-sionismo significa intrinsecamente anti-semitismo, e sarà sempre così.
Perché? Per il semplice motivo che il sionismo è niente meno che il sogno e
l’ideale del popolo ebraico di tornare a vivere in pace nella propria terra.
Il Popolo ebraico, ce lo dicono le Scritture, un tempo ha potuto vivere unito
in Israele. Gli ebrei sono stati espulsi dai tiranni romani, quegli stessi
Romani che hanno crudelmente ucciso Nostro Signore. Condizionati dal pensiero
della loro patria, ossessionati dal ricordo della loro nazione in cenere, il
popolo ebraico è stato costretto a vagare in tutto il mondo. Ancora una volta,
un’ennesima volta, il popolo ebraico è caduto nelle mani di un tiranno che lo
ha sottomesso.
Il Popolo Nero conosce, amico mio,
che cosa significhi soffrire i tormenti della tirannia sotto un giogo a lui
imposto. I nostri fratelli in Africa hanno pregato, invocato, chiesto, preteso
il riconoscimento e la realizzazione del proprio diritto naturale a vivere in
pace per diritto naturale nel proprio paese. Per chi anela a conquistare questo
diritto inalienabile di tutta l’umanità,
dovrebbe essere facile comprendere e sostenere
il diritto del popolo ebraico a vivere sulla terra dell’antica Israele.
Tutti gli uomini di buona volontà, dovrebbero esultare al compimento della
promessa fatta da Dio per il suo popolo, che possa vivere nella gioia sulla sua
terra “ricostruita” da loro e prima rubata.
Questo è il sionismo, niente di più,
niente di meno.
Se ritieni che il Popolo
ebraico meriti di avere uno Stato indipendente, allora sei un sionista. E’ così facile.
Sionismo non è una parolaccia. Si tratta di un credo che rafforza il diritto legittimo del popolo ebraico al’auto-determinazione.
Sionismo non è una parolaccia. Si tratta di un credo che rafforza il diritto legittimo del popolo ebraico al’auto-determinazione.
Non devi essere un Ebreo
per essere un sionista, allo stesso modo non è necessario essere una donna per
essere una femminista, o una persona di colore per credere nella parità di
diritti dei Neri.
Essere un
sionista non significa ritenere che Israele sia perfetto o non faccia errori.
E’ possibile sostenere l’aspirazione nazionale palestinese, e ancora essere un
sionista
Come
sionista è possibile essere in disaccordo con le politiche d’Israele, criticare
apertamente il suo governo E’ possibile intervenire per sollecitare i
governanti israeliani a modificare il loro operato, fino a rimostrare nei loro
confronti.[ Accade ogni giorno, perché Israele democraticamente
permette a ognuno di esprimere la propria opinione e non impicca i dissidenti
alle gru, nota mia]
Ma non si può togliere il
diritto ad Israele di esistere come Stato sovrano per il popolo ebraico.
E che cos’è l’anti-sionismo?
E’ la
negazione al popolo ebraico di un diritto fondamentale, che noi reclamiamo
giustamente per la gente d’Africa e che deve essere giustamente accordato a
tutte le nazioni della terra. Questa è
una discriminazione contro gli Ebrei, amico mio, solo perché sono
ebrei. In una parola è anti-semitismo. L’antisemita coglie ogni
occasione per esprimere il suo odio criminale nei confronti degli ebrei. Il
tempo ha reso impopolare in Occidente proclamare apertamente il suo odio nei
confronti degli ebrei. Stando così
le cose, l’anti-semita deve inventare ogni volta nuove forme e nuovi
preconcetti per il suo veleno. Come dovrebbe gioire per questa nuova
mascherata! Egli non odia gli ebrei, è
soltanto anti-sionista. Amico mio, io non t’accuso deliberatamente di
antisemitismo. So che è nel giusto chi sente come me un profondo amore per la
verità e la giustizia, una repulsione per il razzismo, i pregiudizi, le
discriminazioni. Ma io so che tu hai sbagliato, analogamente agli altri Stati
che ritengono si possa essere anti-sionista, pur rimanendo fedeli ai principi
che condividiamo sinceramente di cuore entrambi, tu ed io.
Anelo nel
profondo del cuore e dell’anima che comprendiate questo. Quando le persone criticano il sionismo, si sbagliano: pensano agli
Ebrei.
Martin Luther King
1.
stare oggi a fianco
di Israele, a fianco di quegli ebrei vivi che giustamente desiderano vivere in
pace nel loro Stato Nazionale.
2.
Condannare
l’antisemitismo crescente in Europa. Mai piu’ significa questo: non accettare e
non tollerare alcuna forma di antisemitismo (quindi neppure l’antisionismo).
Nel 2016 un ebreo non deve aver timore di uscire da una Sinagoga o di indossare
una kippah. Nel 2016 un omosessuale non deve aver timore di tenere la mano al
suo compagno/a per strada. Nel 2016 un dissidente politico non deve temere di essere
gambizzato o incarcerato a ragione delle sue idee.
Onorare chi è morto si deve tradurre nel
difendere i diritti di chi è vivo, garantire la libertà di pensiero, di
religione, di parola ai figli ed eredi di quelle persone perseguitate. Non
basta dire “mai piu’”.
Ottimo articolo Tiziana....
RispondiEliminaroberto fiaschi