Nelle prossime ore avremo in visita
ufficiale il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Hassan Rouhani, alla guida del Paese
dal 2013. La visita era già programmata per novembre
scorso, poi venne rimandata in concomitanza con i tragici attentati terroristici
di Parigi.
L'Italia, come dichiarato dallo stesso Rouhani,
rappresenterà in questo modo una sorta di "porta d'ingresso" del regime
iraniano in Europa.
Proprio per questo, come chiesto in un appello lanciato da diciotto associazioni nel novembre 2015 (tra cui progetto Dreyfus che ha lanciato l'hastag #diteloarouhani ), le istituzioni italiane dovrebbero farsi portavoce
verso il presidente iraniano di ciò che Teheran deve ancora realizzare per
essere riammesso a pieno titolo all'interno della Comunità internazionale.
Le autorità italiane infatti applaudono
a questa visita e guardano con fin
troppa simpatia a Rouhani, per ragioni evidentemente economiche, dimentichi del
resto.
Ma possono le ragioni economiche sopperire e
soppiantare ogni altra questione? Ed è davvero cambiato l’Iran dal precederete presidente
Ahmadinejad? Conosciamo davvero l’Iran?
La Costituzione dell’Iran , recente
rispetto a molte costituzioni europee, è del 1979, l’anno della rivoluzione di Khomeyni .
Recita:
“Il governo dell’Iran è una Repubblica islamica
E’ un sistema che si basa sulla fede in :
1.non c’è dio al di fuori di Dio, nella sua sovranità esclusiva, nei
suoi comandamenti e nella necessità di sottomettersi al suo ordine
2. la rivelazione divina e il suo ruolo fondamentale nella formazione
delle leggi
5. l’imanato, la sua direzione permanente e il suo ruolo fondamentali
nello sviluppo continuo della
rivoluzione islamica”
E poi andando avanti troviamo
Art. 57 “nella repubblica
islamica godono di sovranità i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario,
esercitati sotto la supervisione della guida religiosa (iman). La guida della
rivoluzione ne coordina i rapporti reciproci
Art. 61 il potere giudiziario è esercitato dai tribunali giudiziari, ch
devono essere istituiti in conformità delle norme islamiche. Ad essi compete..l’esecuzione
delle leggi di Dio”
Una nazione dunque rivoluzionaria per sua stessa definizione
costituzionale e basata sulla legge
religiosa, addirittura sulla supervisione dell’autorità religiosa . Un
po’ come se i nostri tre poteri, in Italia, fossero condizionati dal placet del
Papa per ogni questione..
Forse non tutti sanno che per l’Islam
è permessa la taqiyya ossia la pratica del mentire per il bene dell’Islam.
Questo per dare la possibilità di infiltrarsi nei paesi non islamici, mentire sulle vere
finalità di cio’ che si sta facendo, avendo sempre come fine la supremazia dell’Islam
La taqiyya è
alla base della propaganda musulmana presente oggi in Occidente, a partire
dall’affermazione secondo cui l’Islam promuoverebbe l’uguaglianza dei diritti
per le donne, fino ai tentativi di incrementare il numero percepito di
musulmani nel mondo. Tutto questo è concepito con lo scopo di
portare più persone possibili all’islam.
La
taqiyya (che significa “per proteggersi da, per mantenere se stessi”), include
anche la dissimulazione da parte dei musulmani nel dare l’apparenza di non
essere religiosi, in modo da non creare sospetti. Sotto queste mentite
spoglie un musulmano, se necessario, può mangiare carne di maiale, bere
alcolici, e persino rinnegare verbalmente la fede islamica, fintanto che “non
lo intenda nel suo cuore”. Se il risultato ultimo di una menzogna è percepito
dai musulmani come utile per l’islam o utile per portare qualcuno alla
“sottomissione” ad Allah, allora la menzogna può essere permessa attraverso la
taqiyya.
Con Rouhani la Costituzione non è
cambiata, la legge fondamentale resta questa, l’Iran continua ad essere una
Repubblica Teocratica. La legge di fondo è quella di Dio
Pertanto un presidente Iraniano a capo
di una nazione per sua stessa definizione “islamica”, teocratica, che applica i
principi della fede, certamente non si
sottrae alla taqiyya. Parla e firma
accordi sapendo che non dovrà rispettarli, perché egli segue la religione
islamica non gli accordi o le consuetudini tipiche della diplomazia occidentale.
Questo sarebbe bene tenerlo a mente quando si stringono accordi con l’Iran
La Comunità internazionale ha, a
suo tempo, plaudito all’elezione di Rouhani, considerandolo un moderato. Ma a
ben vedere le parole di Rouhani, le promesse fatte, si sono rivelate fumo negli
occhi .
Il nuovo Governo ha nettamente
aumentato le condanne a morte.
Secondo quanto dichiarato da Nessuno
tocchi Caino,
sono stati impiccati 2277 detenuti. Un numero che, per percentuale di
popolazione, rende l'Iran il primo Paese al mondo per uso della pena capitale
(che riguarda anche minori). Un crimine inaccettabile, soprattutto per un Paese
come l'Italia, da sempre in prima fila per l'approvazione della Moratoria
internazionale contro la pena di morte.
L’Iran il primo Paese ad essere
attraversato da una Primavera (nel 2009-2011), la cosiddetta "Primavera
Persiana" repressa nel sangue.
Purtroppo, nonostante l’apparenza
di “moderato” e “riformista”, sotto Rouhani l'arresto di intellettuali, artisti
e giornalisti è addirittura peggiorato. Come è peggiorata la condizione delle
donne, spesso attaccate con l'acido dagli Hezbollah, con l'accusa di essere malvelate.
Senza dimenticare che, nella legislazione iraniana, sono vigenti leggi che
considerano la donna inferiore all'uomo o prevedono la pena capitale per gli
omosessuali.
Ecco un estratto di Human Rights (IHR), 27/01/2015:
- La Repubblica
Teocratica dell'Iran ha un sistema giuridico basato sulla sharia nel quale la
pena di morte è prevista per omicidio, rapina a mano armata, stupro, blasfemia,
apostasia, rapimento, tradimento, spionaggio, terrorismo, reati economici,
reati militari, cospirazione contro il Governo, adulterio, prostituzione,
omosessualità, reati legati alla droga. L’impiccagione è il metodo preferito
con cui è applicata la sharia in Iran ma avviene tramite le gru per assicurare
una morte più lenta e dolorosa. [pensate
che nel 2011 il Giappone smise la vendita di gru all’Iran dopo aver saputo che
veniva usate per le impiccagioni!]
- Nell’aprile 2013,
il Consiglio dei Guardiani dell’Iran ha reinserito la lapidazione nel codice
penale come punizione per le persone condannate per adulterio. In caso di
lapidazione, il condannato viene avvolto da capo a piedi in un sudario e
interrato; un carico di pietre viene portato sul luogo e funzionari incaricati
compiono l’esecuzione. L’art. 104 del Codice Penale stabilisce che “le pietre
non devono essere così grandi da provocare la morte con uno o due colpi”, in
modo che la morte sia lenta e dolorosa.
- In Iran convertirsi
al cristianesimo o ad altra religione è considerato un crimine capitale, mentre
ai cristiani è permesso convertirsi all’Islam. I convertiti al cristianesimo
sono perseguitati e costretti a riunirsi clandestinamente, mentre i missionari
sono di solito espulsi e a volte incarcerati per aver distribuito Bibbie.
Gruppi bahai e cristiani subiscono arresti arbitrari, detenzioni prolungate e
confisca dei beni. Dalla rivoluzione islamica del 1979, il Governo ha
giustiziato più di 200 Bahai.
- Nel nuovo Codice il
termine “omosessuale” ha rilevanza penale e i rapporti sessuali tra due
individui dello stesso sesso sono considerati crimini “Hudud” e soggetti a
punizioni da 100 frustate fino all’esecuzione. Se la parte attiva è un
non-musulmano e la parte passiva un musulmano, entrambi saranno condannati a
morte.
- Il regime si è
abbattuto in particolare nei confronti delle donne. La loro segregazione ha
avuto un’accelerazione dopo la prima elezione di Mahmoud Ahmadinejad, il quale
già durante il suo mandato di sindaco di Teheran inaugurò la separazione di
donne e uomini negli ascensori. Le autorità iraniane hanno iniziato
pattugliamenti di polizia nella capitale per arrestare le donne vestite in un
modo giudicato sconveniente. I sostenitori della linea dura dicono che un velo
inappropriato è una “questione di sicurezza” e che una “moralità spregiudicata”
mette in pericolo l’essenza della Repubblica Islamica.
- Secondo i dettami
della Sharia iraniana, quali pene troviamo anche torture, amputazioni degli
arti, fustigazioni e altre punizioni crudeli, disumane e degradanti. Non si
tratta di casi isolati e avvengono in aperto contrasto con il Patto
Internazionale sui Diritti Civili e Politici che l’Iran ha ratificato e che
queste pratiche vieta. Migliaia di ragazzi subiscono ogni anno frustate per
aver bevuto alcolici o aver partecipato a feste con maschi e femmine insieme o
per oltraggio al pubblico pudore.
Resta poi l’interrogativo dell’Iran sul piano internazionale.
L’accordo sul nucleare è stato visto con grande positività dal mondo occidentale,
quale piano per la “stabilità della regione”.. già ampiamente violato da
Rouhani (con il silenzio che sa di accondiscendenza di Obama) tale accordo già
mostra il suo fallimento.
Infatti non solo nella regione si è subito verificato un
grave scontro ( recente crisi
Arabia Saudita - Iran), ma l'Iran non ha in alcun modo moderato il suo sostegno
al terrorismo internazionale (vedi sostegno ad Hezbollah in Libano). Cosi come
non ha in alcun modo cambiato il suo atteggiamento verso Israele - di cui
continua a invocarne pubblicamente la distruzione - e il suo notorio
negazionismo.
Tra le altre cose infatti l’Iran,
e lo stesso Rouhani non meno del predecessore, nega la Shoà e certamente la
visita del presidente iraniano nei giorni a ridosso della Giornata della Memoria
(27 gennaio, ricordo della Shoà) non pare particolarmente azzeccata, anzi risulta persino offensiva.
Forse non tutti sanno che il regime iraniano ha deciso di organizzare
(non prima volta) una "competizione di vignette" negazioniste della
Shoah, con premi che vanno dai 15000 ai 5000 dollari. Quanto meno di dubbio gusto..
E noi, in Italia, accogliamo, con
gli onori di una grande personalità, un uomo che permette e anzi promuove tali
scempi, dalle pene di morte alle violenze, discriminazioni, torture al
negazionismo storico.
L’Italia deve avere
la consapevolezza di ricevere al visita di un Presidente che a parole si definisce
moderato ma che nei fatti applica senza pietà la violenza, la discriminazione e
la tortura.
L’Italia avrà la
forza e la capacità di non tacere, di levare con forza la propria voce ponendo
condizioni precise e insistendo per il rispetto dei diritti civili e umani in
Iran? O sulla falsariga di un Presidente Usa del tutto assente e senza spina
dorsale, accetterà e si piegherà ad ogni decisione iraniana? Svenderemo la
nostra civiltà in nome di un possibile tornaconto economico?
L’Italia, quale “porta
d’ingresso” del governo iraniano in Europa, ha il dovere di porre la questione
del rispetto dei Diritti Umani al centro di ogni incontro e intesa con
rappresentanti iraniani. Usiamo questa visita per denunciare le violazioni di
cui l'Iran si fa continuamente protagonista.
“I vostri leader hanno sempre avuto un atteggiamento
moderato nei nostri confronti. Nelle nuove condizioni, potete essere per noi
uno dei partner più importanti. Consideriamo il vostro Paese un amico in Europa”,
cosi recentemente Rouhani in una intervista.
Mi sovviene la taqyya di cui sopra, o forse semplicemente l’Italia sta
facendo esattamente il gioco dell’Iran
Chiamatemi pessimista, ma personalmente credo
che le strette di mano con questo rappresentante della nazione teocratica dell’Iran
andrebbero molto soppesate, per le ragioni umanitarie sopradette e per ragioni
politiche.
L’Iran è una nazione molto potente,
anche ricca, ma altamente destabilizzante del medio oriente. Il suo volersi porre al di
fuori di una Comunità di Stati, il suo essere e voler continuare ad essere “battitore
libero” , le sue continue violazioni dei diritti umani, il suo non prendere le distanze dal terrorismo ed anzi finanziarlo, la sua non celata intenzione di distruggere lo Stato di Israele, non ne fa una nazione in cui riporre fiducia nè tantomeno con cui stringere accordi.
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