Ieri sera, 9 gennaio 2016, alle 20 si è tenuta a Tel Aviv una manifestazione,
promossa da Progetto Dreyfus, dal nome Where is the world?, contro il
silenzio dei politici mondiali che non hanno condannato gli attentati terroristici in
Israele con la stessa presenza con cui condannano gli attentati in Europa
Davanti al Pub Ha-Simtà presenti circa 150
persone alle quali si sono uniti qualche decina di passanti.
I manifestanti tenevano figure di cartone dei leader
mondiali "mancanti" e cartelli con su scritto: "Dov'è il
mondo?." Ed hanno percorso Dizengoff Street sino al bar dell’ultimo tragico
attentato, dove hanno cantato la Hatikvah.
Tutti ricordiamo la
mobilitazione di solidarietà alla Francia di un anno fa, dopo l’impietoso
attacco a Charlie Hebdo, rinnovata all’indomani dei tragici fatti di Parigi nel
novembre 2015..
Il 1 gennaio 2016,
dopo mesi di sangue, di terrorismo “mordi e fuggi”, accoltellamenti,
investimenti con l’auto, ferimento/uccisione di israeliani con mezzi di
fortuna, nel centro di Tel Aviv in un bar, un attentatore provoca due vittime e
numerosi feriti.
Ma il mondo ha reagito
a questa violenza? Ha dato solidarietà al popolo israeliano? Ci sono state manifestazioni con capi di stato sfilare
a Gerusalemme, la capitale di Israele?
No..
Ecco perché la
manifestazione, silenziosa e pacifica, quei capi di Stato li ha portati: in
sagome di cartone, e c’erano Hollande,
Putin, Obama, Angela Merkel, Tzipras.
“Il titolo della
manifestazione #WHEREISTHEWORLD-
dov’è il mondo - si riferisce ironicamente proprio a coloro che dopo gli
attentati al Charlie Hebdo e all’Hypercasher di Parigi dello scorso anno, si
riunirono pochi giorni dopo in una grande marcia contro il terrorismo di
matrice islamica nelle strade di Parigi. Perché dopo l’attentato di capodanno a
Tel Aviv nessun leader mondiale condannò l’accaduto? Eppure è stata la copia di
uno degli attentati avvenuti a Parigi lo scorso novembre: delle persone sedute
in un bar sono state prese a fucilate mentre sorseggiavano da bere con un
amico. E allora perché questo silenzio? Eppure il terrorista che ha ucciso gli
israeliani era un affiliato di Daesh, quindi perché non stigmatizzare
l’episodio come per gli attentati di Parigi? Dobbiamo credere alle parole di
Gerard Biard, il Direttore Responsabile del Charlie Hebdo, che recentemente ha
scritto polemicamente che “siamo abituati a vedere gli ebrei uccisi perché sono
ebrei”? (progetto Dreyfus)
Tragicamente credo di
si, ma non solo.
L’occidentale medio è
abituato a pensare ad un Medio Oriente dove ci si ammazza, anche l’aereo russo
abbattuto sull’Egitto non ha destato troppo allarme in Occidente tutto sommato.
E mentre fa
notizia l’attentato “in grande”, l’aereo contro il grattacielo, il tizio che
entra nel Bataclan e spara, il tizio che si fa esplodere… uno che si lancia con
un auto per investire chi aspetta l’autobus o che si scaglia contro un militare
munito di (solo) coltello no.. c’è la
tendenza a non vederlo come “atto di terrorismo”. Soprattutto se non accade a casa nostra!
Invece questo modo di
operare è una forma di terrorismo bello e buono, un terrorismo da logorio, dove il cittadino deve sempre guardarsi intorno, perché non si puo’ essere certi e sicuri di
nulla…la signora che mi si avvicina mi chiederà la strada o estrarrà un
coltello per ferirmi?
Questo
terrorismo subdolo e pericolosissimo invece non va sottovalutato e lo è
dall’Occidente. Le aggressioni di Colonia del 1 gennaio fanno parte di questo
modo di operare un nuovo tipo di terrorismo, non necessariamente fatto da
kamikaze che si lanciano contro le Twin Towers
Sempre il 1 gennaio
2016, un terrorista entra in un bar a Tel Aviv e spara, uccide e ferisce, come
nella migliore tradizione jiadista.
Ma anche stavolta il mondo occidentale non c’è a
fianco di Gerusalemme, non c’è a fianco dell’unica democrazia presente in una
zona del mondo dove gli Stati stanno velocemente implodendo. Anzi nei confronti
di questo Stato, Israele, il mondo occidentale mostra sempre una certa riluttanza.
Molta parte dell’opinione
pubblica quando si tratta di condannare fatti contro Israele si ferma, si
blocca… sono gli stessi europei pronti a piangere nel Giorno della Memoria, o a
piangere nelle sale vedendo Il pianista o Schindler’s list, ma non a difendere
il diritto all’esistenza degli ebrei vivi, forse perché questi
europei/americani sono succubi di decenni di false informazioni su come sia
nato Israele, su confini, su quelli che ostinatamente ancora si sentono
chiamare territori occupati a via dicendo..tanto che forse forse tutto sommato
oggi molti pensano che se Israele ha questo terrorismo ...bè...se lo merita..se facesse la pace si risolverebbe tutto.. (!!)
Vittorio Dan Segre, era solito dire: "Per
comprendere il Medio Oriente, evitiamo le banalità".
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