domenica 10 gennaio 2016

Per comprendere il Medio Oriente evitiamo le banalità (V.D.Segre)


Ieri sera, 9 gennaio 2016, alle 20 si è tenuta a Tel Aviv una manifestazione, promossa da Progetto Dreyfus,  dal nome Where is the world?contro il silenzio dei politici mondiali che non hanno condannato gli attentati terroristici in Israele con la stessa presenza con cui condannano gli attentati in Europa
Davanti al Pub Ha-Simtà presenti circa 150 persone alle quali si sono uniti qualche decina di passanti.


I manifestanti tenevano figure di cartone dei leader mondiali "mancanti" e cartelli con su scritto: "Dov'è il mondo?."  Ed hanno percorso  Dizengoff Street sino al bar dell’ultimo tragico attentato, dove hanno cantato la Hatikvah.
Tutti ricordiamo la mobilitazione di solidarietà alla Francia di un anno fa, dopo l’impietoso attacco a Charlie Hebdo, rinnovata all’indomani dei tragici fatti di Parigi nel novembre 2015..
Il 1 gennaio 2016, dopo mesi di sangue, di terrorismo “mordi e fuggi”, accoltellamenti, investimenti con l’auto, ferimento/uccisione di israeliani con mezzi di fortuna, nel centro di Tel Aviv in un bar, un attentatore provoca due vittime e numerosi feriti.
Ma il mondo ha reagito a questa violenza? Ha dato solidarietà al popolo israeliano? Ci sono state manifestazioni con  capi di stato sfilare a Gerusalemme, la capitale di Israele?
No..
Ecco perché la manifestazione, silenziosa e pacifica, quei capi di Stato li ha portati: in sagome di cartone, e c’erano  Hollande, Putin, Obama, Angela Merkel, Tzipras.

“Il titolo della manifestazione ‪#‎WHEREISTHEWORLD- dov’è il mondo - si riferisce ironicamente proprio a coloro che dopo gli attentati al Charlie Hebdo e all’Hypercasher di Parigi dello scorso anno, si riunirono pochi giorni dopo in una grande marcia contro il terrorismo di matrice islamica nelle strade di Parigi. Perché dopo l’attentato di capodanno a Tel Aviv nessun leader mondiale condannò l’accaduto? Eppure è stata la copia di uno degli attentati avvenuti a Parigi lo scorso novembre: delle persone sedute in un bar sono state prese a fucilate mentre sorseggiavano da bere con un amico. E allora perché questo silenzio? Eppure il terrorista che ha ucciso gli israeliani era un affiliato di Daesh, quindi perché non stigmatizzare l’episodio come per gli attentati di Parigi? Dobbiamo credere alle parole di Gerard Biard, il Direttore Responsabile del Charlie Hebdo, che recentemente ha scritto polemicamente che “siamo abituati a vedere gli ebrei uccisi perché sono ebrei”? (progetto Dreyfus)
Tragicamente credo di si, ma non solo.
L’occidentale medio è abituato a pensare ad un Medio Oriente dove ci si ammazza, anche l’aereo russo abbattuto sull’Egitto non ha destato troppo allarme in Occidente tutto sommato.
E mentre fa notizia l’attentato “in grande”, l’aereo contro il grattacielo, il tizio che entra nel Bataclan e spara, il tizio che si fa esplodere… uno che si lancia con un auto per investire chi aspetta l’autobus o che si scaglia contro un militare munito di (solo) coltello no..  c’è la tendenza a non vederlo come “atto di terrorismo”.   Soprattutto se non accade a casa nostra!

Invece questo modo di operare è una forma di terrorismo bello e buono, un terrorismo da logorio, dove il cittadino deve sempre guardarsi intorno, perché non si puo’ essere certi e sicuri di nulla…la signora che mi si avvicina mi chiederà la strada o estrarrà un coltello per ferirmi?    
Questo terrorismo subdolo e pericolosissimo invece non va sottovalutato e lo è dall’Occidente. Le aggressioni di Colonia del 1 gennaio fanno parte di questo modo di operare un nuovo tipo di terrorismo, non necessariamente fatto da kamikaze che si lanciano contro le Twin Towers
Sempre il 1 gennaio 2016, un terrorista entra in un bar a Tel Aviv e spara, uccide e ferisce, come nella migliore tradizione jiadista.
Ma  anche stavolta il mondo occidentale non c’è a fianco di Gerusalemme, non c’è a fianco dell’unica democrazia presente in una zona del mondo dove gli Stati stanno velocemente implodendo. Anzi nei confronti di questo Stato, Israele, il mondo occidentale mostra sempre una certa riluttanza.
Molta parte dell’opinione pubblica quando si tratta di condannare fatti contro Israele si ferma, si blocca… sono gli stessi europei pronti a piangere nel Giorno della Memoria, o a piangere nelle sale vedendo Il pianista o Schindler’s list, ma non a difendere il diritto all’esistenza degli ebrei vivi, forse perché questi europei/americani sono succubi di decenni di false informazioni su come sia nato Israele, su confini, su quelli che ostinatamente ancora si sentono chiamare territori occupati a via dicendo..tanto che forse forse tutto sommato oggi molti pensano che se Israele ha questo terrorismo ...bè...se lo merita..se facesse la pace si risolverebbe tutto.. (!!)

 Vittorio Dan Segre, era solito dire: "Per comprendere il Medio Oriente, evitiamo le banalità".   

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