mercoledì 26 marzo 2014

Caduto fuori dal tempo - David Grossman


La poesia è la lingua del mio dolore,

è tutto in queste poche parole a pagina 152. 

"Una corale di personaggi di fronte al dolore piu' grande, la perdita di un figlio, una perdita innaturale poichè - cito versi del libro -
Un padre non sopravviverà al figlio
Questa è una regola la cui lucida
Razionalità è radicata
Non solo nella vita degli uomini ma,
com’è risaputo, anche nella scienza
dell’ottica, dove
rinveniamo un’idea
estremamente audace “All’oggetto
(la vita del figlio)
Non sarà mia
Concesso di trovarsi nell’universo
A una distanza
Tale che il padre (il soggetto spettatore)
Non sia in grado di coglierlo interamente,
con un unico sguardo
dal principio alla fine” 

Un libro difficile, forse da vedere quasi come un proseguio del precedente "A un cerbiatto somiglia il mio amore", non da leggere tutto d'un fiato, credo, almeno per me è stato cosi..ci ho impiegato oltre una settimana perchè poche righe al giorno era il limite massimo che il mio cuore potesse sopportare.
Un libro forse piu' difficile e comprensibile,al contempo, per chi ha dei figli, per chi sa che il dolore piu' grande è proprio la perdita di un figlio. Un dolore da cui è difficile rialzarsi, un dolore ingiusto, per ogni genitore.
Sono cresciuta con Grossman, ho iniziato a leggere i suoi primi racconti da adolescente, attraverso i suoi libri, letti in ordine di scrittura, sono cresciuta, sono maturata, mi sono innamorata del suo, dei suoi mondi.
La mia vita è ingannare il tempo tra un libro di Grossman e l'altro.

(foto tratta da Gazzetta d'alba, collisioni 2013)

Nessun commento:

Posta un commento