Un grande libro che analizza il
negozianismo nei sui aspetti passati e presenti. Com'è nato? Come
si è diffuso? In cosa si sostanzia oggi?
Riflessioni dopo la lettura di questo libro
Il negazionismo dell'Olocausto è
l'opinione secondo la quale si nega la veridicità dell'Olocausto,
ossia
l'esistenza del genocidio degli ebrei da parte della Germania
nazista, ridimensionando il fatto storico
onde renderlo
“accettabile”, la normalità del tempo di guerra.
Secondo questa teoria la Shoà non
sarebbe altro che una gigantesca messinscena, funzionale alla demonizzazione della Germania, alle
politiche sotterraneamente perseguite dai circoli ebraici
mondiali ed alla creazione e difesa
dello Stato d'Israele. I sostenitori delle tesi negazioniste sidefiniscono in verità “storici
revisionisti” poiché pretendono di revisionare gli studi attuali
L'uso del termine "revisionismo"
viene contestato dalla comunità scientifica, che vi vede un
tentativo di
occultare dietro un termine dal legittimo uso
accademico (revisionismo storiografico) un'operazione
di
minimizzazione e negazione di fatti acquisiti.
Il prof. Vercelli, nel suo libro
riflette sui diversi ambiti in cui il negazionismo tende oggi a
riversarsi. Con modi e
forme differenti, ma con, alla base, uno
stesso e unico movente antisemita: la “congiura” ebraica
Si
passa dall’analisi del negazionismo francese e indi italiano e
statunitense dalle origini, quand’era
fenomeno di nicchia, a tempi
in piu’ recenti in cui ha cercato di assumere vesti di
rispettabilità
attraverso un metodo scientifico e di uscire dal
piccolo mondo dei primi anni.
In tempi piu’ recenti si è
affacciato invece il negazionismo dei paesi arabi, laddove la matrice
non è
piu’ di simpatia verso il nazismo
quanto invece di puro antisemitismo e di negazione all’esistenzadello Stato di Israele
Le tesi principali dei negazionisti
odierni sono che:
-
non sia mai esistita la volontà da
parte dei nazisti di sterminare gli ebrei, ma di rinchiuderli incampi di concentramento o di favorirne
l’emigrazione ;
- non siano mai esistite camere a gas
per uccidere gli ebrei ma le stesse sia state semplici luoghi perla disinfestazione, vi si uccidevano
dunque solo pidocchi;
- il numero degli ebrei morti durante
la Seconda Guerra Mondiale sia inferiore a quanto si ritienee al rilievo che tuttavia all’appello
mancherebbero un certo numero di persone viene opposto che gli stessi siano in realtà emigrati
verso Usa o Urss
- la narrazione della Shoah sia un
utile artificio pensato per giustificare la costituzione delloStato di Israele nel dopoguerra, e
giustificare i crimini commessi dagli eserciti e governi Alleati durante la seconda guerra mondiale (si
giunge all’assurda affermazione che “ogni ebreo vivo èuna confutazione all’esistenza del
piano di sterminio” ).
Il negazionismo contemporaneo si
riversa principalmente in tre ambiti.
1.
quello del web, in cui circolano
liberamente giudizi senza alcuna gerarchia. «Tutto si presenta al fruitore abituale come verosimile,
nella misura in cui sono affermazioni apparentemente fondate – spiega -. Il negazionismo
interviene qui come rilettura non conformista (e molto seducente) dei fatti, che fa scoprire
al lettore il vero complotto che sta dietro alla versioneufficiale».
2. quello del mondo arabo islamico: qui
il negazionismo è molto diffuso anche nei grandi mezzidi informazione, sotto forma non solo
di supporto alla lotta contro Israele e il sionismo, ma anche di legittimazione della coscienza
di sé del mondo arabo; e, come nel caso di internet,anche in questo contesto si punta sul
senso comune e si coccola la pseudo-intelligenza dellagente. «È un discorso fortemente
ideologico, che si basa sulla considerazione della Shoah
come mito inventato dal nemico sionista
e dall’Occidente imperialista – continua lo storico -.
Soprattutto negli ultimi 30 anni, dopo
la rivoluzione islamica in Iran, questo argomento ha assunto una forza preponderante. Ed è
un grande problema, perché colpisce un pubblico molto ampio, innescando facilmente
atteggiamenti antisemitici».
3. il negazionismo si presenta anche
sotto forma di fenomeno trasversale, politico-intellettuale,che avvicina le frange radicali e
minoritarie di destra e sinistra, che nella lotta contro“l’oppressione di Israele -delle
masse popolari palestinesi così come del mondo intero-”trovano un terreno comune. È un
fenomeno da non sottovalutare, che tocca anche esponenti del mondo accademico, che dietro
all’antisionismo nascondono
atteggiamenti antisemitici. E che
culminano nell’accusa agli ebrei di utilizzare la Shoah per
giocare a fare la vittima e così capitalizzare politicamente quella
tragedia.
(immagine: Yad Vashem)
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