Ieri mattina, alle prime luci dell’alba, è mancato Emanuele Pacifici, figura simbolo della
memoria storica dell'ebraismo e padre di Riccardo Pacifici, presidente attuale
della Comunità ebraica di Roma.
I funerali si sono tenuti ieri pomeriggio all'interno del cimitero ebraico di Prima
Porta.
Emanuele Pacifici, nato il 15.6.1031, era figlio del noto
rabbino Riccardo (nato nel 1904) che morì ad Auschwitz nel 1943.
Discendente di un'antica famiglia sefardita, Emanuele
Pacifici è stato la memoria storica dell'Ebraismo romano ed italiano. Suo padre
venne catturato dai nazisti mentre era a
Genova, presso la sua comunità.
Sua madre, Wanda Abenaim, venne tratta in arresto nel
convento di Santa Maria di Gesù, in cui aveva trovato rifugio e anch'ella morì
nella camera a gas di Auschwitz.
Emanuele fu trovato nel convento delle suore di Santa Marta
a Settignano, in provincia di Firenze, dove si era nascosto, da un soldato
della Brigata Ebraica che partecipò alla liberazione dell'Italia dai nazisti.
Emanuele si impegnò a difendere la memoria dell'Ebraismo in
Italia e si impegnò nel mantenere la memoria dei crimini della Shoah.
Il 9 ottobre del 1982 Emanuele Pacifici fu coinvolto nel terribile
attentato al Tempio Maggiore di Roma. Nell'esplosione, come si ricorderà, venne
ucciso il piccolo Stefano Gaj Tachè mentre Emanuele Pacifici venne ferito
gravemente e ridotto in fin di vita. Dopo mesi di lotta tra la vita e la morte,
i medici dell'ospedale Fatebenefratelli riuscirono a salvarlo.
Nella sua vita si dedicò
anche alla trascrizione di opere che
contenessero delle verità della memoria ebraica. La sua autobiografia "Non ti voltare. Autobiografia di un ebreo"
è
la testimonianza diretta di un bambino alle prese con gli orrori della guerra e
la persecuzione razziale.
La vita di Emanuele Pacifici ha ispirato un libro: Il
cacciatore di Giusti.
Nessun commento:
Posta un commento